70 anni fa, nel 1946 per la prima volta anche le donne furono chiamate a votare e a scegliere tra Repubblica e Monarchia
70 anni fa, il 2 giugno del 1946, gli italiani furono chiamati a un referendum per decidere se l’Italia dovesse rimanere una monarchia, oppure se essa dovesse essere sostituita dalla repubblica. Per la prima volta anche alle donne fu concesso il diritto di voto. Sempre il 2 giugno del 1946, gli italiani e le italiane furono chiamati ad eleggere un’Assemblea Costituente, che aveva il compito di scrivere la nuova Costituzione, pilastro fondamentale della democrazia popolare. All’interno dell’Assemblea si affermarono tre gruppi politici, i primi partiti della repubblica: la Democrazia Cristiana (che ottenne il 35% dei voti), il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano.
Le donne, in realtà, avevano ottenuto il diritto al voto nelle fasi finali della monarchia, con il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivano e Bonomi. Il 31 gennaio del 1945, infatti, con l’Italia divisa ed il Nord sottoposto all’occupazione tedesca, il Governo emanò un decreto che riconosceva il diritto di voto alle donne (Decreto legislativo luogotenenziale 2 febbraio 1945, n. 23) dopo i tentativi del 1881 e nel 1907 messi in atto dal movimento femminista ispirato da Maria Montessori (la prima donna laureata in medicina in Italia).
La tradizione della Festa della Repubblica Italiana, con la parata del 2 giugno, venne in seguito abbandonata. All’alba del nuovo millennio, il 2 giugno del 2000, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, sostenuto dal Governo Amato, la reintrodussero con un cerimoniale ricco di orgoglio e tradizioni.
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