Così accusano gli attivisti con immagini shock. Damasco smentisce
Sarebbero milletrecento i morti, tra cui donne e bambini, uccidi dal regime di Assad, nel corso di un bombardamento con gas nervino che ha coinvolto i sobborghi di Damasco. Così sostengono gli attivisti siriani, ma Damasco smentisce tutto riguardo alla strage. Sono state diffuse, a sostegno dell’accusa dei ribelli, immagini shock che mostrano decine di corpi in file ordinate, privi di alcuna ferita visibile, fatto compatibile con l’impiego di un gas letale: se questo fosse vero, si tratterebbe del più grave attacco con armi non convenzionali al mondo degli ultimi 25 anni, una notizia che scuote gli Stati Uniti e la Ue, i quali hanno richiesto che gli ispettori dell’Onu già presenti in Siria da domenica procedano alle indagini sul luogo della strage, per verificare se sia stato utilizzato del gas nervino.
Il capo della missione Ake Sellstrom ha confermato che sono in corso discussioni con le autorità siriane; gli ispettori procederanno anche, come deciso dopo le trattative delle scorse settimane, ad appurare che i gas letali non siano stati utilizzati in altre tre occasioni a partire dallo scorso dicembre.