Gioconda Leonardo Bobbio

Bobbio sullo sfondo della Gioconda. Lo studio

La Gioconda, capolavoro intramontabile di Leonardo da Vinci, torna a essere al centro dell’attenzione, ma questa volta per motivi che trascendono le solite storie di furti o atti vandalici. Il focus si sposta sul dettagliato e enigmatico sfondo dell’opera, tradizionalmente interpretato come un paesaggio immaginario, ma che recenti studi potrebbero finalmente inquadrare nella realtà geografica e storica dell’Italia.

La svolta arriva dalla mano di un gruppo di scienziati, capitanati dal paleontologo Andrea Baucon dell’Università di Genova e da Gerolamo Lo Russo del Museo di Storia Naturale di Piacenza, che hanno riportato alla luce evidenze capaci di collegare direttamente Leonardo al territorio di Pierfrancesco di Gropparello, vicino a Bobbio, in provincia di Piacenza. Questa scoperta risveglia antiche curiosità e apre nuovi interrogativi sulla vera natura dello sfondo della Gioconda.

Carla Glori, autrice di una teoria che colloca il paesaggio del celebre ritratto nelle vicinanze di Bobbio, sostiene che la vista ritratta potrebbe essere quella osservata da una finestra del Castello Malaspina-Dal Verme. Secondo la Glori, alle spalle di Monna Lisa si celerebbero il Ponte Gobbo e il paesaggio della Val Trebbia, elementi che conferirebbero un nuovo livello di lettura all’opera.

Questa teoria trova fondamento in studi recenti sugli icnofossili, ovvero tracce fossili lasciate da antichi esseri viventi, che Leonardo avrebbe studiato e riprodotto nel Codice Leicester. La presenza di questi particolari fossili a Pierfrancesco e la loro riproduzione nelle opere di Leonardo attesterebbero la presenza dell’artista in questo specifico territorio.

La rilevanza di queste scoperte non si limita alla sola dimensione artistica, ma apre nuove frontiere anche nell’ambito geologico e paleontologico, confermando l’interesse di Leonardo per questi studi. La pubblicazione di tali risultati sulla rivista specializzata in geologia Rips sottolinea l’importanza scientifica di queste evidenze, che avvalorano la presenza di Leonardo nei luoghi raffigurati nello sfondo della Gioconda.

Se da un lato queste rivelazioni gettano luce sulla profonda connessione tra Leonardo e il paesaggio di Bobbio, dall’altro sollevano interrogativi sull’identità della donna ritratta. La figura di Monna Lisa, tradizionalmente identificata con Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo, potrebbe in realtà raffigurare Bianca Giovanna Sforza, figlia legittimata di Ludovico il Moro, signora di Bobbio e di Voghera.

Questo rivoluzionario approccio alla Gioconda non solo arricchisce la nostra comprensione dell’opera di Leonardo, ma testimonia anche la capacità dell’arte di celare misteri che solo il tempo e la scienza possono svelare. Nel rispetto delle parole dello stesso Leonardo, “La verità solo fu figliola del tempo”, ci troviamo di fronte a una nuova pagina della storia dell’arte che attende di essere scritta, una pagina che potrebbe riscrivere l’identità di una delle figure più enigmatiche e affascinanti della storia dell’arte.

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