Paolini arrestato. Avrebbe pagato minori per prestazioni sessuali

La denuncia da parte del laboratorio fotografico incaricato di stampare foto pedopornografiche

Solo lo scorso anno raccoglieva firme su Facebook contro pedofili e stupratori, dicendosi a favore della pena di morte per chi approfittava di minorenni, e affermando di essere stato vittima di abusi lui stesso: eppure Gabriele Paolini, il celebre disturbatore, è finito in manette proprio per l’accusa di induzione alla prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico. Le vittime, almeno due, forse tre: tutti ragazzini di 16 anni, due italiani ed un romeno. Stando a quanto dichiarato dagli inquirenti e riportato dai giornali nazionali, vi sarebbero prove schiaccianti che siano avvenuti atti sessuali a pagamento. I minori sarebbero stati anche adescati in chat e – sempre secondo quanto descritto dagli inquirenti – pagati dai 40 euro in su, a seconda del tipo di prestazione. Gli atti sessuali sarebbero stati filmati e fotografati.
Proprio questi video avrebbero documentato il crimine e incastrato l’accusato; adesso il computer di Paolini è sotto sequestro alla ricerca di eventuali altri materiali e prove. La denuncia è partita da Riccione, da un laboratorio fotografico che è stato incaricato di stampare file che ritraevano scene di sesso tra Paolini ed i ragazzi minorenni, che, a quanto pare, non si prostituivano in modo sistematico, ma si limitavano ad accettare offerte occasionali dall’uomo. Addirittura, pare fossero di casa per lui e la sua famiglia, e venivano spesso accompagnati in giro in macchina, o passavano serate insieme a lui.

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