La caccia ad Osama Bin Laden è stata la missione che più ha impegnato l’America contemporanea, nel corso di un decennio abbondante e di due mandati presidenziali, e che più l’ha esposta, in termini di promesse e vendette, all’interno dei suoi confini e al cospetto del mondo intero. Questa è la storia di Maya, giovane ufficiale della CIA, armata d’intuito e di una determinazione dura a morire, che non si è lasciata fermare dai giochi di potere né dalle indecisioni o dallo scetticismo dei superiori ed è riuscita nell’impresa storica di trovare l’ago che pareva svanito nel nulla all’interno di uno dei pagliai più fitti, complessi e lontani dagli uffici di Washington che si potessero immaginare.
Tutto sua madre
Guillaume, fin da bambino, viene considerato da tutti diverso da com’è. Il primo ricordo che ho di mia madre risale a quando avevo circa cinque anni. Chiamò me e i miei fratelli per cena e disse “Ragazzi e Guillaume, a tavola!”. L’ultima volta che le ho parlato al telefono, mi ha detto “Ti abbraccio, mia cara”. È chiaro da queste due frasi che ci sia un malinteso con tutti e soprattutto con sua madre che dura circa trent’anni, finché incontra quella che diventerà la seconda donna più importante della sua vita.
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