Piacenza e sorelle nel mirino di Hera

Allo studio l’intesa tra Enìa e la multiutility romagnola

In attesa degli eventi, le mosse di Hera, la multiutility romagnola, corrono sulla via Emilia: da un’eventuale fusione con Enia, impegnata nella quotazione, nascerebbe un gruppo con oltre 3 miliardi di giro d’affari, in risposta tra l’altro all’alleanza fra Aem Milano e Asm Brescia. E, probabilmente, anche un modo per evitare che la stessa Enia, già legata ad Aem nel controllo di Edison attraverso il 15% del veicolo Delmi, si unisca a sua volta all’asse bresciano-milanese.
Guardando alla capitalizzazione di Borsa, il gruppo bolognese vale oltre tre volte quello che unisce i comuni di Reggio, Parma e Piacenza: circa 3 miliardi di euro, rispetto ai 900 milioni del valore stimato per Enia. Analizzando poi gli ultimi bilanci si può avere un quadro più dettagliato della possibile integrazione tra utility emiliane. Per fatturato, Hera vale due volte Enia (2,1 miliardi di euro contro 1 miliardo), quasi tre volte per margine operativo lordo (386 milioni contro 148) e oltre cinque volte per utile netto (108 milioni contro 20). Se l’ipotesi, dovesse verificarsi, Hera avrebbe un sicuro ruolo di comando nella nuova multiutility, azzerando di fatto il già esiguo valore in mano a Piacenza

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