Al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza "La scuola di ballo"

Commedia di Carlo Goldoni

Prosegue con la nuova produzione di Infidi Lumi ALTRI PERCORSI, la sezione dedicata al teatro di ricerca e di innovazione della Stagione di Prosa “TRE PER TE” del Teatro Municipale di Piacenza, organizzata da Teatro Gioco Vita con il Comune di Piacenza, la collaborazione di Cariparma e Piacenza, il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e, come tutte le attività proposte dal Teatro Stabile di Innovazione diretto da Diego Maj, il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento dello Spettacolo e della Regione Emilia Romagna.
Lo spettacolo “La scuola di ballo – commmedia di Carlo Goldoni”, ideazione drammaturgica e regia di Stefano Tomassini, è in programma scena dal 15 al 17 novembre al Teatro Comunale Filodrammatici, sempre alle ore 21.
In scena Cecilia Broggini, Ilenia Caleo, Silvia Giulia Mendola, Linda Montecchiani, Tiziano Ferrari, Domenico Sannino, Nicola Spotorno, Filippo Tansini. Alla produzione, realizzata nel progetto di residenza artistica 2006-2008 presso Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione, hanno collaborato anche Marcella Azzali per il training e l’acting coreografico, e il d.j. John Belpaese, aka Marco Tacconi, per la riscrittura sonora.

« Ballerete il malanno che vi colga»

Nell’ultima pagina dei suoi Mémoires, che rappresenta il definitivo commiato dell’ottuagenario Goldoni nei confronti del mondo attraverso la costruzione mitografica di un’intera vita dedicata al teatro e vissuta da protagonista, purtuttavia celando le difficoltà oggettive di un continuo aggiornamento nei confronti dei mutamenti del tempo e della storia, quando il passato già luminoso declina, e il successo scivola via, ebbene in questa ultima pagina si riflette in pieno l’atteggiamento in apparenza bonario e remissivo di un Goldoni coerentemente fedele agli imperativi di «verità» e «natura», ma quale maschera di una personalità inquieta nei confronti della propria biografia e del proprio passato magistero comico, indifferente come è noto a quegli eventi storici, specie durante l’ultima parte della sua vita, che lo sfiorano senza lasciare traccia apparente. Tale riflesso diventa addirittura emblematico se dietro al silenzio, alla ritrosia e alla discrezione dignitosa di questi ultimi difficili anni di vita, scorgiamo gli interstizi di un tramonto tutt’altro che sereno e agiato, incapace di sfoghi o lamentose confidenze, e dunque per questo non meno rabbioso o crucciato. Se l’Alfieri, che lo visitò nella primavera del 1784 tornando da Londra, lo apostrofò «buon vecchietto», ben ne colse da ultimo la dignità remissiva ma vigile di un uomo che stava chiudendo a credito i conti con il prossimo e con la storia, compreso ogni molesto detrattore, possibilmente ancora con un ultimo sorriso, quello sospeso dei soli «libri divertenti» degli ultimi suoi giorni.
La rivoluzione francese porterà al potere quella classe sociale che il Goldoni ha con grande ingegno esaltato anche con le armi della critica, come ne La scuola di ballo contro la mediocrità della nobiltà e della borghesia pretenziosa e galante, a un passo già profetico della società dello spettacolo: «Pantalone abbatte Luigi XVI e rifonda il mondo a propria misura. Con il suo teatro “” forse il più grande monumento eretto alla classe borghese “” Goldoni ha contribuito non poco a questa vittoria, ma è forse troppo tardi perché egli possa accorgersene davvero; anche a lui, al pari di Mosè, la Terra promessa è negata» (Luigi Lunari).

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