Senza etica nessun futuro

Senza cadere in pelose drammatizzazioni o, peggio ancora, in rivoltanti strumentalizzazioni tipiche di certi sindacalisti di professione, è doveroso mettersi le mani tra i capelli

In questi anni, caratterizzati da troppa confusione politica e segnati da un’insicurezza sociale e lavorativa senza precedenti, desta quantomeno vergogna, per non utilizzare termini di altra natura, la decisione di una ditta umbra di olii e combustibili di chiedere un risarcimento danni di 35 milioni di euro alle famiglie di quattro operai morti e al superstite di un gravissimo incidente sul lavoro avvenuto nel 2006.

A Campello sul Clitunno, in provincia di Perugia, infatti, due anni fa, alcuni operai della società “Umbria Olii” persero la vita in un terribile rogo provocato dall’utilizzo di fiamme ossidriche all’interno di un silos nel quale erano ancora presenti tracce di un gas estremamente infiammabile ed esplosivo.

Gli avvocati della ditta hanno dichiarato che la richiesta di tale somma di denaro è legittima in quanto i lavoratori dovevano sapere che l’utilizzo di fiamme all’interno di un silos era vietato perché troppo pericoloso per l’eventuale residuo interno di gas.

Comunque sia, al di là di motivazioni prettamente legali e di spiegazioni tecnicamente procedurali, appare evidente, nella sua terribile e cinica verità, come l’imbarbarimento del nostro Paese sia giunto ormai a livelli inconcepibili, agghiaccianti.

Senza cadere in pelose drammatizzazioni o, peggio ancora, in rivoltanti strumentalizzazioni tipiche di certi sindacalisti di professione, è doveroso mettersi le mani tra i capelli e riflettere su questa penosissima vicenda.

Ci pensate? Famiglie distrutte da un dolore violento, lacerante e definitivo che, oltre a morire per sempre in tale lutto, devono ora affrontare un lungo processo penale sul quale pende, addirittura, la richiesta di risarcimento di 70 miliardi delle vecchie lire. Vi rendete conto?

Mi si può spiegare qualunque meccanismo processuale, qualsiasi motivazione legale, tutto ciò che riguarda il come ed il perché. Ma nulla, proprio nulla, potrà mai giustificare la totale e sfacciata mancanza di rispetto per la morte di una persona. Anzi di quattro persone.

Quando l’uomo, inteso come essere vivente, intelligente, sensibile e complesso, perde di vista l’elementare etica umana, è inevitabile che trasformi la propria vita, e quella degli altri, in una folle e drammatica corsa senza senso, senza significato, senza futuro. E senza vita.

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