Il censimento dei nomadi riguardera’ anche i 130 sinti piacentini. Non vedo dove sia il problema

L’assessore Giovanna Palladini: "sono inorridita. Vengano a prendere anche le mie impronte"

Giovanna Palladini, assessore ai servizi sociali del Comune di Piacenza, si è scatenata contro il provvedimento del Governo che prevederebbe la schedatura (tramite impronte digitali) dei Rom e dei Sinti presenti nei campi nomadi sul territorio italiano, compresi i minorenni.

"Sono inorridita," ha dichiarato l’assessore, "e se il ministero degli Interni dovesse prendere le impronte anche ai sinti di Piacenza, allora andrò anch’io a farmi schedare".

Io, francamente, non vedo dove sia il problema. Forse l’assessore Palladini dimentica che ogni maschietto italiano (io compreso, quindi) veniva schedato con tanto di impronte digitali nel corso della sua prima visita di leva, al compimento dei 18 anni. Non mi sono mai sentito offeso dalla procedura anche perché chi si "comporta bene" di cosa deve preoccuparsi?

Ho rilasciato di nuovo, volontariamente, al Comune di Piacenza le mie impronte digitali anche nel corso della sperimentazione della prima Carta d’Identità elettronica, senza sentirmi violato nei miei diritti, così come quando ho visitato come ogni normale turista gli Stati Uniti.

Quindi: io che sono un cittadino italiano, residente in Italia, sono stato censito e ho rilasciato le mie impronte (coattivamente la prima volta, volontariamente poi). Che male c’è a censire anche le popolazioni nomadi che decidono di vivere ospiti sul nostro territorio?

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