Contrordine colleghi intellettuali. Adriano Celentano e’ assolulamente ”in”

E il molleggiato non resiste alla lusinga di ricevere una corona di gloria da parte dei sapienti, e ricambia il favore

Il "modus operandi" degli intellettuali (categoria la cui esistenza è uno dei preziosi lasciti della rivoluzione francese), al solito, non è originale (sarebbe troppo), non è sapido (figurarsi…) ma sconcertante sì, di questo bisogna dare atto.
Per anni, considerano Adriano Celentano come un fronzolo rural-reazionario da stigmatizzare come icona di quell’inferno culturale che, dalle madonnine in plastica ai santini magnetici da cruscotto, costituisce lo sfondo tamarresco da cui una cultura "seria"
deve assolutamente liberarsi; e poi…? Poi lo chiamano al Festival di Venezia, con tutti gli onori, e proiettano pure quel suo "Yuppi Du"
che in prima visione stroncavano senza pietà.
Fin qui, niente di nuovo: si sa che l’unica cosa che sanno fare veramente gli intellettuali è contraddirsi : prima, sfornano una perfetta "verità" a priori, tanto studiata a tavolino quanto cristallina sulla carta; siccome però non di rado (anzi spesso, anzi quasi sempre) le loro belle pensate si frantumano all’impietosa prova dei fatti, più o meno si fanno un cenno e dicono, per esemio:
"Contrordine, colleghi: Celentano è assolutamente ‘In’!"
Tanto, fare autocritica,dopo, non costa nulla e ci si guadagna pure l’aure dei giusti.
Il problema è che Celentano ricambia. Da buon esponente del mondo rurale su accennato, non resiste alla lusinga di ricevere una corona di gloria da parte dei sapienti, e ricambia il favore. Come? Sparando una banalità, ovvio:
esprime il desiderio di affidare i governi delle istituzioni "ai filosofi", e fa l’esempio del Piemonte a Umberto Eco, e del Lazio a Eugenio Scalfari.
A parte il fatto che con la qualifica di filosofo Scalfari lascia davvero perplessi, Celentano sembra non sapere (e noi siamo qui a
ricordarglielo) che gli esempi, nella storia, ci sono eccome.
Alfred Rosemberg era filosofo a tutti gli effetti; Hitler pittore (l’imbianchino lo faceva per vivere, e poi a me mediamente stanno più simpatici gli imbianchini dei pittori); Goebbles drammaturgo e sceneggiatore cinematografico; Goering raffinato collezionista d’arte.
Quando lo hanno arrestato, tutti hanno urlato la ferocia di Karazdic, ma nessuno ha ricordato che era allievo di Max Orkheimer, cioè della "scuola di Francoforte".
Per il giudizio sul sindaco-filosofo Massimo Cacciari lasciamo passare il giusto tempo; intanto, non si pò non ricordare come la città di Milano abbia sventato di un soffio l’eventualità di ritrovarsi Dario Fo come sindaco…Come sarebbe andata la variante sul piano regolatore? E le vertenze sindacali con vigili?…e la Rame nel ruolo della "First siura", in quanti se la sarebbero beccata?
A questo punto, attendiamo di vedere Celentano candidato da qualche parte; ma lui, almeno, per farsi quattro conti in tasca è troppo furbo, per chiedere consiglio agli intellettuali.

Potrebbe interessarti

arte e sostenibilità Arte Laguna Prize sostenibile

Arte e sostenibilità. Un approccio olistico catalizzatore di cambiamento

L’intersezione tra arte e sostenibilità rappresenta un campo fertile di esplorazione e innovazione, dove gli …