”In nome del Popolo Italiano” di Dino Risi massacrato dalla versione in DVD

Adesso mi sfogo. Chi giustamente se ne frega delle mie vicissitudini è avvisato e può dedicarsi ad altro, che non sia questo mio articolo

Adesso mi sfogo. Chi giustamente se ne frega delle mie vicissitudini è avvisato e può dedicarsi ad altro, che non sia questo mio articolo.
Dunque: ho sempre considerato "In nome del Popolo Italiano" di Dino Risi un capolavoro assoluto: grande l’interpretazione di Tognazzi e Gassman, grande la regia del summentovato Risi, grande soprattutto l’antimanicheismo (oggi tristemente estinto) tipico della migliore commedia all’italiana; che non forniva mai schematismi facili e rassicuranti del tipo "di qua ci sono i buoni, di là i cattivi", come invece oggi se ne trovano a nastro, ma anzi metteva all’angolo lo spettatore tirando fuori la carogna che era in lui, ricordandogli sacrosantemente che la "gente comune" non è antropologicamente e intrinsecamente migliore, per così dire, della gente "in".
Un mese fa, vedo tale magnifica film in vendita insieme all’Espresso, e mi decido a comprarlo:ohohoh; Betti che compra L’Espresso…e in un’edicola di una centralissima Piazza per di più!…non accadeva da anni, e per quanto mi riguarda non accadrà più per molti anni a venire.
L’edizione del film era la più deprimente che si possa immaginare:
l’inquadratura orribilmente mutilata, la splendida (in origine) fotografia terribilmente oltraggiata da un evidentissimo supporto magnetico. In pratica, la pellicola originale era stata passata su vhs o comunque su nastro televisivo, e successivamente ri-riversata su dvd. Certo, il Dvd visibilmente è meglio del vhs e si avvicina di più alla magia della pellicola, ma se il dvd è a sua volta tratto da un vhs, che senso ha?!
Vabbé, mi sbollentisce l’ira nel giro di mezz’ora (non sono tipo da "coltivare la camola"); vorrei ripropormi di non comprare più l’Espresso, ma questo già lo facevo (così come non compro Panorama), per cui mi rassegno e tanti saluti.
Solo che qualche giorno fa mi trovo in un noto negozio cittadino specializzato proprio in Dvd e Cd, e rivedo quel titolo così tanto amato.
Questa volta il negozio è professionale; i Dvd sono originali e, nello specifico, l’involucro del film batte un marchio di fabbrica diverso da quello della copia allegata al settimanale, e cioè quello di una nota casa di produzione e distribuzione. Oltretutto, mi dico, anche la confezione è chiaramente diversa: qui il fondo è nero, là è bianco; quindi deve essere una versione quantomeno accettabile.
Arriva la sera, e nuovamente mi metto in poltrona; aziono il display e-horribile visu- vedo che l’edizione è la stessa: stessa inquadratura mutilata, stessa fotografia massacrata, stessa scena tagliata, quando Gassman gioca a carte con suo padre!
Ebbene sì, mi sono fatto fregare due volte di fila. Pacco e doppio pacco.
Poi ce la vengono a menare con la moralità; poi quelli del cinema si mettono a piangere se gli tagliano i fondi pubblici (cioè prelevati dalle nostre tasche).
Visto che si parla di cinema italiano, concludo con un "evergreen":
MA MI FACCIA IL PIACERE!!!

Potrebbe interessarti

arte e sostenibilità Arte Laguna Prize sostenibile

Arte e sostenibilità. Un approccio olistico catalizzatore di cambiamento

L’intersezione tra arte e sostenibilità rappresenta un campo fertile di esplorazione e innovazione, dove gli …