Ho sentito Veltroni

Cosa ho sentito? Ancora una volta, e chiedo anticipatamente scusa a tutti coloro che invece non la pensano come me, ancora una volta, sento il nulla.

Sono qui, in questo anomalo pomeriggio di ottobre, tiepido ed umido, ad ascoltare la voce televisiva di Valter Veltroni che, in diretta dal Circo Massimo, scandisce il lungo palinsesto di diverse emittenti nazionali.

Una piazzona strapiena di attivisti che, al pari del centrodestra, nel passato, sono stati trasportati a Roma dalle migliaia di sezioni di partito (Ds, Margherita e Italia dei Valori) e dalle migliaia di associazioni e circoli parasindacali e filo-comunistoidi sparse per tutto il Paese.

Cosa ho sentito? Ancora una volta, e chiedo anticipatamente scusa a tutti coloro che invece non la pensano come me, ancora una volta, sento il nulla.

Anzi, no. A dire il vero, qualcosa ho sentito.

Ho sentito la solita sbrodata di luoghi comuni, futilmente antifascisti e quindi paranoici, talmente anacronistici da far impallidire anche il più sclerotico e demente tra i compagni della sezione più rossa d’Italia; ho sentito una serie di falsità e di ipocrisie che, al di là della politica e delle appartenenze, nessuno dotato di un minimo di intelligente obiettività può negare; ho sentito sentenziare teorie secondo le quali il governo è la causa della crisi economica; ho sentito, come sempre accade a sinistra dai tempi dell’Urss, menzionare e santificare i compagni di partito, morti; ho sentito l’ennesima lettura del libro dei sogni fatta da colui che, forte di una faccia come il fondoschiena, evita di ricordare che, fino a ieri, c’erano loro al governo, il peggior governo della storia repubblicana; ho sentito tanto di quel vuoto intellettuale e politico da far temere la nascita improvvisa di un buco nero sul nostro pianeta; ho sentito un plurisconfitto che, per mascherare come sempre il fallimento programmatico, ideologico ed elettorale del suo partito, ha fatto installare in piazza dei mega manifesti dove vengono utilizzati i volti di Obama, di Saviano (ah, ecco, ora si spiega tutto”¦), di Berlinguer, di Matteotti (giù le mani!) e, addirittura, di un dissidente cinese (mentre in Europa si astengono sul riconoscimento del premio Sakharov ad un nemico di Pechino); ed, infine, ho sentito tanto di quell’odio sociale da ringraziare il Cielo che non sia ancora scoppiata una guerra civile.

Un apocalittico nulla. Ecco, cosa ho sentito.

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