Roberto Reggi ha perfettamente ragione. Siamo tutti indignati

Per il crollo del ponte sul Po, tutta Piacenza è dalla parte del suo Sindaco

"Sono cose che succedono nei paesi più derelitti dell’Africa. Qui è capitato a cavallo delle due regioni più ricche e nessuno ha fatto una piega. Pos­sibile che io sia l’unico a indignarsi?" Con queste parole Roberto Reggi, sindaco di Piacenza, ha commentato la vicenda del crollo del ponte sul Po, ai giornalisti del Corriere della Sera.

Reggi nella sua intervista ha spiegato che "sono rimasti inascoltati 18 allarmi prima del crollo". Un’accusa durissima all’Anas e a chi doveva provvedere alla sicurezza del ponte sul Po.

Dal 1994 ad oggi si è parlato mille volte della necessità di costruire un secondo ponte sul Po, per collegare l’Emilia-Romagna alla Lombardia, ed alleggerire il traffico sul vecchio ponte. Lo hanno chiesto i parlamentari piacentini di tutti i colori, lo ha chiesto in tempi più recenti – a gran voce – il sindaco Reggi che, a mio avviso, ha tutto il sostegno della città di Piacenza quando grida allo scandalo.

Ci sono gravissime colpe all’origine del crollo del ponte, ma il tempo delle polemiche deve finire per lasciare il posto ad un clima propositivo volto a risolvere prontamente il problema. Oggi le difficoltà non riguardano solo i pendolari. L’Italia è spaccata in due e non si potranno attendere lustri per vedere ricostruito il collegamento stradale tra le due sponde.

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