Cesare Battisti verso l’estradizione

Il tribunale supremo brasiliano ha emesso il suo verdetto ma l’ultima parola spetta al presidente Lula

E’ arrivata ieri sera la decisione del tribunale supremo federale che con 5 voti a favore e 4 contrari ha deciso per l’estradabilità di Cesare Battisti. A fare la differenza è stato il presidente della corte Gilmar Mendes che si è schierato quindi con i giudici che ritenevano i delitti attribuiti a Cesare Battisti comuni e non politici.
Al verdetto sull’estradizione di Battisti è seguito un secondo voto dello stesso tribunale che ha stabilito (con 6 voti contro 3) che l’ultima parola spetterà al presidente della repubblica del Brasile Lula Da Silva.
Lula ora si trova nella difficile situazione da una parte di non sconfessare il suo ministro della giustizia, che aveva concesso l’asilo politico a Battisti lo scorso gennaio, e dall’altra di dare ascolto alle richieste italiane.
Cesare Battisti, ex militante dei PAC (proletari armati per il comunismo), è stato arrestato a marzo del 2007 a Rio de Janeiro, dopo quasi 3 anni di latitanza. Nell’agosto del 2004 era scappato dalla Francia, dove risiedeva dal 1990 per evitare l’estradizione verso l’Italia grazie alla dottrina Mitterand, una prassi giudiziaria transalpina che concedeva il diritto d’asilo a persone condannate per atti di natura violenta ma d’ispirazione politica.
Qualora fosse estradato in Italia Cesare Battisti dovrà scontare l’ergastolo, condanna inflitta in contumacia dalla giustizia italiana durante la sua latitanza per la sua partecipazione a 4 omicidi avvenuti nel 1978 e 1979.

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