Intervento di Botti e Bergonzi sul corso di sussidiarietà istituito dalla Provincia

Marco Bergonzi e Paolo Botti contestano l’istituzione del ”Corso di sussidiarietà” per amministratori e dipendenti pubblici

«Ci chiediamo perché l’Amministrazione Provinciale presieduta da Massimo Trepidi abbia voluto organizzare un corso di formazione per amministratori e dipendenti pubblici interamente gestito da docenti appartenenti non solo ad un’unica area culturale e politica (quella di Comunione e Liberazione e della Compagnia delle Opere) ma pure ad un’unica area geografica: la Lombardia.

La realtà emiliano-romagnola non ha infatti niente da invidiare a quella lombarda e spiace che, sin dall’organizzazione del corso, si sia tradito il principio di sussidiarietà, tagliando fuori importanti realtà pubbliche e private nonché universitarie (si pensi solo alle Facoltà piacentine di Scienze della Formazione e dell’Educazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con la quale da anni il mondo cooperativo che si occupa di servizi alla persona e gli Enti Locali collaborano proficuamente).

Ma allora, se non si valorizzano e si fanno agire le risorse locali sul tema della sussidiarietà, qual é l’obiettivo del corso? Non sarà il solito vizio ideologico della “catechizzazione” tanto caro a CL?

E se è così sono spesi bene i 18.000 euro stanziati dalla Provincia per tenere il corso?

Forse è anche per questo che le adesioni sono state inferiori a quelle previste e che il Presidente in persona abbia scritto a tutti i dipendenti provinciali per invitarli e “convincerli” ad iscriversi al corso (gratuitamente – invece dei 100 euro previsti – e rigorosamente fuori dall’orario di lavoro).

Peccato Presidente professor Trepidi che la sua prima importante iniziativa “formativa” sia così di parte».

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