La forza del libero flusso d’informazioni che garantisce internet ha avuto, infatti, – è noto – un ruolo fondamentale nei recenti sconvolgimenti delle nazioni coinvolte in queste rivoluzioni
Prima di parlare di una bella notizia che riguarda la libertà del popolo libico è d’obbligo sottolineare per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti, l’augurio che ad un dittatore non si sostituisca un nuovo regime o ancor peggio un governo fantoccio in mano a potenze occidentali straniere bramose di petrolio, gas naturale ed appalti.
La buona è invece quella che scorre nelle ultime ore nella rete e che si riferisce al bel risveglio di libertà, generato dall’apertura a partire dalle prime ore del mattino di lunedì 22 agosto, degli accessi web sul territorio libico dopo mesi di blackout imposto.
Uno dei modi per combattere i ribelli, dall’Egitto, alla Tunisia, sino alla Siria, è stato infatti, quello di tarpare le ali della rete per impedire il diffondersi delle informazioni relative alle rivoluzioni all’interno di questi paesi.
La forza del libero flusso d’informazioni che garantisce internet ha avuto, infatti, – è noto – un ruolo fondamentale nei recenti sconvolgimenti delle nazioni coinvolte in queste rivoluzioni.
Allora la notizia che la rete è di nuovo accessibile anche in Libia riempie di significato la frase apparsa nelle prime ore del mattino sui Twitter dei libici: "Benvenuti a tutti i nostri fratelli e sorelle dal centro di Tripoli, torna Internet a loro per la prima volta da tanto tempo!", che sarebbe stata scritta da alcuni membri del Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia.
Per tali ragioni, ci viene da confermare quanto affermiamo da tempo: "Nessuno tocchi la rete!"
Non c’è, infatti, dittatore o stato che tenga alla forza dirompente della libertà che internet può garantire.