Adelphi ripubblica ”Tecnica del colpo di stato” di Curzio Malaparte

Profeta e geniale seduttore, Malaparte aveva previsto molte mosse di Adolf Hitler

La prestigiosa Adelphi ha da poco ripubblicato “Tecnica del colpo di stato”, primo grande successo internazionale di Curzio Malaparte. Ha pubblicato la versione del 1948, ribadendo però che la prima edizione assoluta fu pubblicata in Francia nel 1931. Quest’ultima fatica adelphiana riporta doverosamente anche la prefazione che Malaparte stesso scrisse proprio per l’edizione del ’48. In essa l’autore ricorda che il libro fu terminato alla fine del 1930, pubblicato come testé detto in Francia nel ’31 e poi, precisa, in Germania nel ’32. Il libro, che personalmente amo come letterariamente amo tutto Malaparte, ruota intorno a una sola idea di fondo, che poi viene gonfiata e moltiplicata come solo i grandi scrittori sanno fare, e cioè che nell’era moderna, per fare i colpi di stato serve relativamente occupare i centri decisionali politici, ché prima bisogna occupare le centrali elettriche, le ferrovie e i mezzi di comunicazione.

Da quel magnifico rodomonte che è, Malaparte ci tiene a precisare che nella seconda edizione (1948, quella oggi riproposta da Adelphi) non ha ritenuto aggiungere (si noti) una sola parola, per l’ovvia questione che anche i colpi di stato che sono seguiti al ’31 hanno perfettamente seguito quanto da lui profetato in merito. Quindi il libro aveva già previsto tutto, inutile ritoccarlo quando tutto aveva già previsto. Poi si va all’ultimo capitolo, quello guarda caso, in cui Malaparte prevede (…) in modo sconcertante tante future mosse di Adolf Hitler. Che cosa c’è di strano? Che quel capitolo comincia con questa frase: “Nel 1932 mi sono recato personalmente in Germania…”. Sì, nel 1932, l’anno in cui quello stesso libro mai ritoccato sarebbe stato edito proprio in tedesco. Grande, grande Malaparte; geniale seduttore in grado di darla a intendere così macroscopicamente anche cinquant’anni dopo la sua morte!

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