Belen Rodriguez sempre più triste. Il lato amaro della popolarità

Un dramma personale sbattuto sulle prime pagine di tutti i giornali

Come editore ho lasciato sempre la massima libertà a tutti gli autori di Piacenza Night, ma devo confessare che non mi e’ piaciuto leggere sul mio giornale l’articolo sul presunto aborto spontaneo di Belen Rodriguez. Non ne faccio una colpa all’autore, sia chiaro. Ha fatto il suo lavoro di “informatore” e lo ha fatto bene. Dico solo che ogni forma di invasione della privacy altrui, in un momento di dolore, urta prepotentemente la mia sensibilità. Quante volte ho provato rabbia di fronte alle immagini dei giornalisti che sbattono in faccia il microfono – per esempio – alla madre di una vittima, chiedendo: “cosa prova in questo momento?”. Badate bene, c’è gente che va alla ricerca della telecamera anche nei momenti di lutto. Ci sono situazioni, per me inspiegabili, dove persone colpite da un evento luttuoso rilasciano dichiarazioni fiume alla stampa, o vanno il giorno dopo in tv a raccontarsi nei salotti più blasonati. Chissà, forse è solo un modo di affrontare il dolore, di processarlo. Un modo che non comprendo, ma che è legittimo. Negli altri casi, però, si tratta di una forma di sciacallaggio: si trae un vantaggio (il giornale vende più copie, il tg vanta ascolti più alti, ecc.) dalla altrui sofferenza.
Riguardo a Belen Rodriguez, la sua popolarità è certamente dovuta ad un grande talento. La showgirl argentina ha conosciuto prima il lato dolce di questa sua sovraesposizione, con continue opportunità lavorative, riconoscimenti economici e i giornali scandalistici pronti a tutto pur di avere un suo primo piano. Oggi, prima con la storia del video porno, poi con quella della sua gravidanza, sta facendo i conti con il lato oscuro della popolarità.

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