Processo Eternit. Condannati i manager della multinazionale dell’amianto

Indennizzi per 80 milioni di euro. ”Una decisione storica che è anche un messaggio al mondo”

TORINO. Con una decisione storica si è concluso il processo Eternit, dove per la prima volta i vertici di una multinazionale sono stati condannati per uno scempio provocato dalle loro filiali sparse per il mondo. I condannati sono il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne. I due manager sono stati giudicati colpevoli di avere rimosso volontariamente le cautele causando un disastro ambientale. “E’ una decisione storica che è anche un messaggio al mondo”, ha affermato il ministro Renato Balduzzi. “Un sogno di giustizia che diventà realtà”, ha commentato Raffaele Guariniello, il capo del pool di pm che ha indagato sull’Eternit.
“L’elenco delle parti civili è sterminato,” riporta in un corposo articolo il sito ANSA.it, “tanto che la lettura ha impegnato Casalbore per tre ore. All’inizio erano 6.392 fra parenti delle vittime, malati, sindacati, associazioni ed enti territoriali; durante la causa molte hanno accettato una transazione (il totale è sceso a circa cinquemila). Oggi sono stati accordati indennizzi per un totale di ottanta milioni di euro, di cui 25 per la sola città di Casale (ne aveva rifiutati a furor di popolo 18 dalla Eternit) e 20 per la Regione Piemonte. I familiari hanno ottenuto fra i 30 e i 35 mila euro ciascuno, e potranno anche iniziare un’altra causa per ottenere il resto”.

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