Un’altra sentenza che condanna gli imprenditori non a titolo di colpa ma a titolo di dolo
Dopo la sentenza Tyssen di nuovo e a breve distanza viene emessa un’altra sentenza che condanna degli imprenditori non a titolo di colpa ma a titolo di dolo, cioè non per avere negligentemente determinato gravi danni, ma come se questi danni li avessero proprio voluti determinare. E’ come dire che investire una persona in auto in un sinistro stradale provocandone la morte, in certi casi può essere parificato ad ucciderla volontariamente con una pistola. Questo è il dato più rilevante e significativo della pronuncia (di cui bisognerà comunque attendere la motivazione per valutarne gli aspetti più profondi anche sotto il profilo giuridico). La portata e le conseguenze, oltre che per gli operatori del diritto, potrebbero riguardare anche la società civile in senso più ampio, avere cioè una ricaduta culturale notevole.
Saremo portati più frequentemente a ritenere che le conseguenze di nostre azioni realizzate con particolare indifferenza e trascuratezza sono meritevoli della stessa punizione prevista per gli stessi fatti volontariamente commessi. Del resto era già così per gli antichi Romani che equiparavano la grave negligenza al dolo.