Sanremo 2012. Le pagelle. Vincono Noemi, Nina Zilli e Samuele Bersani

Bocciati Pierdavide Carone, Emma e la coppia Gigi d’Alessio con Loredana Berté

Il Festival di Sanremo ha fatto il suo debutto. Adriano Celentano, in veste di predicatore, si è scagliato contro i preti, la chiesa e i suoi giornali. Elisabetta Canalis non ha fatto rimpiangere l’assenza, per motivi di salute, di Ivana Mrazova. Il televoto è andato in tilt costringendo gli autori alla sospensione della gara dei Big (non è stato eliminato nessuno). Ma veniamo alle esibizioni dei cantanti in gara. Noemi (9), con il brano “Sono solo parole” che vanta la collaborazione di Fabrizio Moro e Corrado Rustici, ha stregato l’Ariston. Calda, intensa, sicura di sé, si merita il voto più alto della prima serata.
Su Nina Zilli (8) lo sapete, sono di parte. Ammetto che trovo irresistibile il suo stile, la sua voce, la sua disinvoltura, che anche con il brano “Per sempre” mi hanno stra-convinto. Ha portato sul palco dell’Ariston un pezzo con sonorità di altri tempi (anni ’60) con richiami a Mina e alla musica soul. Poi Chiara è piacentina e io sono campanilista.

Samuele Bersani (7) ha proposto “Un pallone”, uno swing orecchiabile e nel suo stile che probabilmente ha le carte in regola per essere passato in radio a ripetizione. Francesco Renga (6-) ha un brano molto denso che miscela sapientemente rock e pop, “La tua bellezza”. Purtroppo il cantante è partito male, non ha trovato l’intonazione e l’esibizione non è stata un gran che. Promossi anche Arisa (6) con “La notte”, una canzone intimista forse un po’ difficile da apprezzare al primo ascolto, e il cantautore Eugenio Finardi (6) con “E tu lo chiami Dio”, una chanson che non si prende troppo sul serio pur affrontando tematiche spirituali.

Bocciati tutti gli altri. Delude Pierdavide Carone (4) con “Nani”, un pezzo banalissimo che il featuring di Lucio Dalla (che ha diretto l’orchestra e regalato qualche instante di voce) non basta a salvare. Deludono anche i Matia Bazar (5) ritornati alla formazione con Silvia Mezzanotte. La loro “Sei tu” non ha colore, né sapore, né odore… Gigi d’Alessio e Loredana Berté (5) non mi sono piaciuti più di tanto. Il loro “Respirare” non è un brutto pezzo, ma le differenze tra la voce e gli stili dei protagonisti di questa strana coppia non sono stati sfruttati a dovere.

Emma (5,5) con “Non è l’inferno” è candidata alla vittoria del Festival. Eppure ho sentito odore di captatio benevolentiæ nel testo di questa canzone che parla di Rambo in versione italiana e per la parte musicale aspetto ad esprimermi dopo un secondo ascolto.

Mancano Chiara Civello (5) con “Al posto del mondo” e Irene Fornaciari (5) con “Grande Mistero”. Dalla prima, una grande voce jazz, mi aspettavo qualcosa di più sofisticato e denso; il tentativo di portare a Sanremo sonorità diverse c’è stato, ma il risultato non mi ha convinto. La Fornaciari ha un pezzo di Davide Van De Sfroos che non è particolarmente bello; lei comincia ad avere un suo stile e a far dimenticare chi è il suo papà, ma c’è ancora da lavorare. Infine una emozionatissima Dolcenera (5) con “Ci vediamo a casa” e Marlene Kunz (5) con “Canzone per un figlio” non ottengono la sufficienza perché non lasciano alcun segno. Forse ad un secondo ascolto…

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