Trasporti pubblici. I lavoratori in Seta: ”calpestati i nostri diritti”

Seta nasce dalla fusione di Tempi (Piacenza) con Act (Reggio Emilia) e Atcm (Modena)

L’operatore dei trasporti pubblici “SETA”, nato dalla fusione di Tempi (Piacenza) con Act (Reggio Emilia) e Atcm (Modena), ha iniziato a lavorare dall’inizio del 2012, ma è già polemica. Al grido di “non si risanano i bilanci delle aziende di TPL azzerando i diritti ai Lavoratori. Oltretutto nemmeno questo sarebbe sufficiente”, i lavoratori del nuovo colosso hanno iniziato una protesta le cui ragioni sono sintetizzate in un comunicato che riportiamo integralmente.
“Seta è partita il 01 gennaio 2012 con un progetto sulla carta ambizioso, condivisibile, auspicabile: riunire 3 aziende di TPL di Piacenza, Reggio e Modena per fare massa critica e contenere i costi attraverso l’unificazione delle funzioni. Previsto il pareggio di bilancio in due anni con la conservazione di tutti i posti di lavoro e, se possibile entro il 28 febbraio 2012, l’armonizzazione contrattuale di secondo livello nei tre bacini. Primo passaggio verso l’azienda unica regionale.
Invece, l’unico obiettivo manifestato in questi primi 50 giorni da Seta, è stata la volontà di perseguire ad ogni costo e con qualunque mezzo il solo pareggio di bilancio. Una serie d’incontri per l’armonizzazione contrattuale ha prodotto solo proposte dell’azienda irricevibili. Una volontà di raggiungere il pareggio di bilancio, non attraverso tutte le ipotesi precedentemente prospettate di una vera armonizzazione contrattuale, ma con un attacco inaudito ai diritti dei Lavoratori teso alla cancellazione dei Contratti di secondo livello, frutto di 40 anni di trattative sindacali.

Seta ad oggi ha rappresentato unicamente l’abdicazione della Politica nella gestione della cosa pubblica.

Politica che ha demandato ad un amministratore unico di nomina privata, quello che non è stata capace di fare in quarant’anni di permanenza nei Cda delle aziende pubbliche portate sul baratro del fallimento. Non esiste l’uomo della provvidenza o dei miracoli e non è questo il modo di governare le aziende !

Seta, al pari di tutte le altre aziende di TPL, dovrebbe perseguire il risanamento economico attraverso interventi strutturali garantiti da una parte pubblica maggiormente sensibile al TPL, che favorisca l’aumento della velocità commerciale e l’appetibilità del servizio. La parola magica nel TPL è " investimenti " mentre ormai da anni nel settore si producono solo " tagli ". Non secondario creare un clima di collaborazione e di rispetto reciproco con le maestranze e le organizzazioni sindacali dei Lavoratori.

Per Seta, parte pubblica e privata, devono invece aver pensato che, anziché scannarsi tra loro, per raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio, era molto più semplice far pagare i Lavoratori.

Non si risanano i bilanci delle aziende di TPL azzerando i diritti ai Lavoratori. Oltretutto nemmeno questo sarebbe sufficiente.

Strategicamente risulta incomprensibile la politica di questa azienda che appena nata, anziché cercare collaborazione e dialogo con le maestranze e le OO.SS. per superare le avversità e la sfida, come primo atto produce azioni unilaterali impopolari creando forti tensioni. Un clima assurdo che produrrà malcontenti, perdita di sensibilità dell’appartenenza aziendale, nessuna collaborazione, incremento dell’assenteismo, forti disagi agli utenti in un’azienda ingovernabile. Tutto ciò a fronte d’ingenti perdite finanziarie in antitesi all’obiettivo del decantato risparmio. Con il clima e le tensioni che ha creato Seta a Reggio per risparmiare 30 mila euro, non solo è stato vanificato il risultato, ma è stato prodotto un grave danno economico e d’immagine.

Sulle rassegne stampa abbiamo letto solo millanterie. I turni imposti da Seta a Reggio Emilia e che a breve partiranno anche Piacenza, hanno provocato la reazione dei Lavoratori perchè dalla sera al mattino, si sono trovati sconvolta la loro qualità della vita e del lavoro.
Nessuno è improvvisamente impazzito!
I Lavoratori in prima istanza hanno legittimamente deciso d’interrompere ogni tipo di collaborazione con l’azienda e di rispettare alla lettera i regolamenti interni e del codice della strada. Chi si prodiga in sentenze indignate affermando che la protesta degli autoferrotranvieri è immotivata, risponda se un turno di lavoro che inizia alle 6 del mattino e termina alle 14 del pomeriggio è uguale ad uno dalle 6 del mattino alle 20 alla sera. Vuol dire andare contro la legge pretendere di condurre bus di linea nel rispetto delle norme del Codice della strada ? Chi accusa gli autoferrotranvieri è al corrente che svolgiamo un servizio di trasporto persone e non di capre o maiali ? E’ al corrente che l’autista è responsabile anche penalmente del mezzo che conduce ?
Invece di tentare di capire i motivi per cui da un momento all’altro nel TPL scoppia un conflitto senza precedenti e di assumersi le proprie responsabilità, tessere un’opera di mediazione per una veloce risoluzione delle problematiche su un conflitto che a breve sarà esteso anche agli altri due bacini di Piacenza e Modena, parte della classe Politica, non trova di meglio che attaccare gli autoferrotranvieri per metterli in cattiva luce all’opinione pubblica.

Deplorevole ed inaudita, l’azione cinica ed ipocrita di alcuni Sindaci del PD di Reggio Emilia, che sui giornali si sono schierati contro gli autoferrotranvieri che lottano per la salvaguardia dei loro elementari diritti sulla qualità della vita e del lavoro.
Un miope immorale sciacallaggio mediatico per accaparrarsi le simpatie dell’opinione pubblica, fuggendo dalle proprie responsabilità. Una sola risposta : Vergogna !

Stiano comunque sereni gli illustri Sindaci, gli autoferrotranvieri Seta non si faranno intimidire nè da loro nè da nessun altro uomo del destino.
A breve, senza una immediata soluzione della vertenza, intensificheranno la protesta, senza escludere presto azioni unitarie di sciopero in tutti i bacini dell’azienda.

Chi intende agire unilateralmente senza il rispetto delle relazioni sindacali e dei Lavoratori, nell’ambito della più totale legalità delle iniziative, otterrà solo ingovernabilità aziendale e pesanti ricadute sugli utenti.
La Regione e i Politici di qualsiasi colore, dotati di un minimo di lungimiranza, intervengano subito per invitare Seta ad una mutazione di rotta in assenza della quale il TPL di Reggio, Piacenza e Modena, precipiterà nel caos più totale”.

Fabrizio Badagnani
Vice Segr. Regionale – Faisa Cisal

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