La richiesta arriva principalmente dai familiari delle vittime della strada
Il governo sarebbe al lavoro per introdurre il reato di «omicidio stradale». Esattamente ciò che da anni chiedono associazioni varie, a partire da quella dei familiari delle vittime della strada.
A quanto si legge la nuova imputazione riguarderebbe, in caso di incidente mortale, chi venisse trovato con un tasso alcolico superiore a 1,5% o sotto l’effetto di stupefacenti.
La finalità pare essere quella di sanzionare più gravemente e con un reato specifico la condotta oggi sanzionata genericamente (e blandamente sotto il profilo penale) col reato di omicidio colposo e col reato di guida in stato di ebbrezza o di alterazione per assunzione di stupefacenti.
Occorrerà leggerne la bozza giudicare da un punto di vista tecnico giuridico la norma che sta per essere predisposta.
Quello che in prima battuta si può osservare è che la nostra cultura giuridica (e il nostro senso comune) sente sempre più il bisogno di creare forme di punizione che contemplino in modo autonomo quelle forme di volontario aumento del rischio della propria condotta, una sorta di terzo profilo di responsabilità a mezza via tra la colpa e il dolo oggi presenti nel nostro ordinamento. Una terza via tra la semplice negligenza e la vera e propria volontarietà del fatto di reato. E’ come dire, anche se non l’ha voluto se lo è proprio andato a cercare, quindi è meritevole di una sanzione specifica e appropriata per questo atteggiamento.