Birmania. Aung San Suu Kyi eletta in parlamento. Storico successo per il Premio Nobel

Successo anche per la Lega nazionale per la democrazia, ma il regime resta saldamente al potere

Si è votato in Birmania, “Myanmar” secondo il nuovo nome imposto dalla giunta militare appena arrivata al potere nel 1989. Secondo gli oltre 100 osservatori stranieri giunti nel Paese su invito (molto tardivo) del governo, sarebbero state rilevate diverse irregolarità, dovute più all’inesperienza che alla cattiva fede. Il risultato più eclatante è l’elezione in parlamento di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace, leader della “Lega nazionale per la democrazia (Nld)”, che dai primi dati sembra sia riuscita a far eleggere 44 candidati su 45 persone presentate nelle liste elettorali.
L’ottimo risultato alle urne per Suu Kyi e il Nld non basteranno comunque a mettere seriamente in difficoltà il regime e la sua granitica maggioranza in Parlamento. Il partito Uspd, infatti, rimarrà certamente al potere, anche se il successo eclatante della Signora Birmana è un evidente rischio politico per il governo di Thein Sein. Suu Kyi in campagna elettorale ha rimarcato la necessità di cambiare la Costituzione, anche perché garantisce ai militari il 25 per cento dei seggi indipendentemente dal volere del popolo.
Il popolo birmano ripone un eccessivo carico di speranze sull’effettiva possibilità di Suu Kyi di cambiare rapidamente le cose. Alcuni la vorrebbero al governo, ma la Signora ha già precisato che non farà mai parte di un esecutivo guidato dal regime militare, e che si limiterà a fare opposizione per un reale rinnovamento del Paese.

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