Processo ai No-Tav: contestazioni e calci in aula; processo rinviato a gennaio

Un cameraman della Rai e un manifestante sono venuti alle mani dopo che quest’ultimo aveva chiesto di fare riprese

Scontri fisici nell’aula del tribunale di Torino, mentre si teneva il processo ai 45 “No Tav” per gli scontri della scorsa estate in Val di Susa fra manifestanti e forze dell’ordine. Un attivista ha chiesto a un cameraman della Rai di non fare riprese e, dopo qualche parola grossa, sono partite le violenze non-verbali. Alcuni calci, un pugno al basso ventre e qualche sputo hanno raggiunto il cameraman della rete nazionale che è andato in ospedale per farsi medicare. In mattinata, prima dell’arrivo in aula delle parti in causa, circa cento militanti No Tav, arrivati al Palazzo di giustizia per un presidio a favore dei 45 imputati, hanno reso non percorribile la strada davanti al Tribunale. Gli attivisti si sono posizionati in mezzo alla carreggiata costringendo le auto a fare inversione.
L’udienza è stata anche sospesa per circa mezz’ora perché l’aula era troppo piccola. Gli attivisti hanno protestato, gridando “vergogna” all’indirizzo dei magistrati, e hanno chiesto la liberazione dei due imputati ancora detenuti che si trovano dentro le gabbie. Il presidente del collegio giudicante, Quinto Bosio, aveva disposto la sospensione dell’udienza, poi ripresa in un’aula più capiente. A causa dei disordini il processo è slittato a gennaio

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