Egitto in piazza contro l’allargamento dei poteri nelle mani del presidente Mursi

Un manifestante di 52 anni è morto asfissiato dai lacrimogeni; scontri anche ad Alessandria, Suez e Minya

E’ passato poco meno di un anno, ma l’Egitto è ancora in piazza. Dopo la primavera araba, dopo l’allontanamento di Hosni Mubarak, le elezioni avevano insediato al parlamento Mohammed Morsi, uomo appoggiato dai Fratelli Musulmani (organizzazione che si oppone alle tendenze di secolarizzazione delle nazioni islamiche, in favore di un’osservanza da essi ritenuta più ligia ai precetti del Corano, molto attiva in Egitto e in Palestina).
Giovedì il presidente egiziano avrebbe firmato un decreto costituzionale che lo investe di poteri quasi illimitati, sottraendolo anche al compito della magistratura fino all’elezione di un nuovo parlamento, cosa che avverrà nel 2013. Gli oppositori del presidente Mursi si sono scontrati ieri con la polizia al Cairo mentre migliaia di persone sono scese in piazza nel resto del Paese. La protesta, convocata da gruppi di sinistra, liberali e socialisti, segna una escalation della crisi e mostra la frattura che divide gli islamisti al potere e l’opposizione. La polizia ha usato i lacrimogeni contro i giovani che lanciavano pietre nelle strade limitrofe a Piazza Tahrir, teatro delle rivolte che hanno portato alla destituzione di Hosni Mubarak.

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