Volley. Serie A1. Analisi della finale scudetto Trento-Piacenza

Quattro anni dopo, è di nuovo sfida tra i Campioni di tutto e la squadra della nostra città

Quattro anni dopo, è di nuovo Trento-Piacenza. Quattro anni in cui la prima è stata progressivamente rinnovata, continuando a dominare indifferentemente in Italia, in Europa e nel mondo; e la seconda è stata prima smantellata e poi pian piano ricostruita. Le due formazioni hanno seguito lo stesso percorso verso l’ultima finale scudetto che le ha viste contrapposte (che fu tra l’altro anche l’ultima prima di questa a giocarsi al meglio delle 5 gare): che possa essere di buon auspicio, visto che allora a prevalere fu la squadra della nostra città.
Tento quindi un’analisi della finale del campionato di Serie A1 di pallavolo maschile prendendo spunto dai 4 quesiti formulati a 6 esperti sulla “Gazzetta dello Sport” di oggi.
Chi vince e perchè? Piacenza. Ha più fame ed è in strepitose condizioni psico-fisiche.
Chi sarà l’uomo decisivo? Ne dico due: il palleggiatore De Cecco (definito da Lollo Bernardi, “Mister Secolo”, non uno qualsiasi, “il più forte palleggiatore del mondo”) e il centrale Simon.
I punti di forza e punti deboli delle due finaliste, Trento e Piacenza? Il punto di forza di Trento è la regolarità nel cambio palla, quello di Piacenza l’asse palleggiatore-centrali. La debolezza dei Campioni nel Mondo potrebbe consistere in una possibile appagamento, il Copra deve trovare regolarità in battuta altrimenti sono dolori.
Quanto dura la serie? 4 o 5 gare, magari si arriva anche al quinto set della sfida decisiva. Come quattro anni fa…

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