Politica fra pre e post campagna elettorale: altroché reality

Tv e politica. come passare dal confessionale al Parlamento senza accorgersene

E senza che nessuno se ne sia accorto, in mezzo agli slogan della campagna elettorale e dell’immediato post elezioni, per la gioia di tanti, quest’inverno sono morti i reality. La casa è rimasta in affitto, l’Isola lasciata deserta, la talpa è rimasta semplicemente un simpatico mammifero (“soricomorfo” come suggerisce Wikipedia, non ho approfondito), la fattoria non è stata altro che un edificio più o meno rustico delle nostre sorridenti campagne.
A questo punto, come in molti volevano farci credere, le televisioni di tanti italiani non avrebbero più dovuto sbrodare volgarità, o dare esempi e modelli sbagliati, o più in generale riempire la testa di tanti giovani, e non solo, di insulti, parolacce ed imprecazioni. E invece… macchè! Ci ha pensato la politica.

Proprio loro che dovrebbero dare lezioni di moralità e sobrietà, hanno dato vita ad uno scontro elettorale che nulla ha avuto da invidiare alle rappresentazioni televisive degli ultimi anni. Insomma il vero reality è stata la campagna elettorale. Sia dal punto di vista televisivo con pillole, riassunti e dirette, sia nei modi e a volte anche nei contenuti. Addirittura è andata peggio. Se nei vari reality alla fine vinceva il meno peggio, quello che tutto sommato era un po’ meno ignorante degli altri, in politica ha vinto un “Vaffa”. Fate voi.
Le dirette streaming hanno sostituito il mitico confessionale con la sola differenza che di tutto quello che sta attorno ad una breve diretta, nonostante quello che ci vogliono far credere, noi ne siamo quasi completamente all’oscuro. E poi che dire della delicatissima uscita del poeta Battiato? Quel “Tr… in Parlamento” non è venuta fuori dalla bocca di uno scaricatore di porto all’interno di un tugurio, o dalla star ormai in declino che deve far sentire la sua sbiadita presenza su un’isola di finti morti di fame, ma da un assessore regionale (alla cultura tra l’altro!). Niente male.

L’unico richiamo che mi da un po’ di sollievo è che in una fattoria, ma stavolta vera, ci è finito il buon Renzo Bossi. Evidentemente in casa Lega hanno scoperto che “Dai diamanti non nasce niente…”. Questi sono solo alcuni esempi, i più lampanti, del clima di tensione e del livello (basso) del confronto politico che hanno contraddistinto gli ultimi mesi di politica italiana.
La vera, grossa, differenza è che “quelli” li votavamo per un gioco, “questi” li abbiamo votati per governarci. Dal confessionale agli slogan elettorali, il motto è sempre lo stesso: votatemi votatemi votatemi. Tutto questo a dimostrazione, come si dice in gergo, che il difetto sta nel manico. I reality erano, sarebbero e saranno, la trasposizione di una parte della società sul piccolo schermo. Il reality non crea, il reality mostra. Lo stesso succede con la politica. Una politica che insulta, mente, ruba, rispecchia una parte della società che insulta, mente e ruba. Siete così stupiti? Io no.

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