Il 4 e 5 Ottobre i Matti da Galera si riprendono il Quartiere Roma

Festa per tutti. Playlist contemporanea: ”Life is Sweet” di Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè

Ad organizzare la Prima Festa del Quartiere Roma ci volevano proprio dei matti da legare, anzi da Galera, capaci di sfidare i luoghi comuni, la burocrazia, gli ostacoli reali o presunti e le delusioni passate. Eroi? Macché, siamo TUTTI e “Tutti insieme siamo tanti/ siamo distanti/ siamo fragili macchine che non osano/ andare più avanti/ siamo vicini ma completamente fermi/ siamo i famosi istanti divenuti eterni/ e continuare/ per questi pochi chilometri/ sempre pieni di ostacoli e baratri/ da oltrepassare/ sapendo già che fra un attimo/ ci dovremo di nuovo fermare”.
Idealisti armati di concretezza, non s’illudono certo di cambiare il mondo in due giorni, ma a volte rinunciare a cambiare le cose richiede un coraggio superiore a lasciar perdere. Non si può stare a guardare un quartiere che sfugge di mano. Ed eccoli lì: residenti, commercianti, cittadini partecipi di tutte le età, hobbisti, attori, cantautori, musicisti, pittori, fantasisti, creativi, danzatrici, studenti, bambini, sputafuoco, cani di razza e non, pony… Sembrerebbe un circo o un Luna Park in cerca della sua donna cannone, un universo in bilico tra De Gregori e Capossela e invece è semplicemente un quartiere, storico di nome e multietnico di fatto. Ma cosa significa multietnico? Uno stato d’allerta, un’etichetta da globalizzazione de’ noantri, una categoria sociologica, un eufemismo. Non si sceglie dove nascere, l’unico lusso concesso sporadicamente è il domicilio. E noi abbiamo scelto di stare qua, per sempre, per un po’ o anche solo per due giorni di festa.
Anche se stiamo di casa ai Merluzzo, non vendiamo fumo , e come sempre sappiamo che qualcuno ci lucrerà, si riempirà la bocca e si pavoneggerà: peggio per lui! Siamo in democrazia, ogni opinione più o meno accettabile viene accettata per definizione e abbiamo deciso di accettare tutti, nessuno escluso. Il Festival del Diritto conclusosi da poco ci ha insegnato il confine tra partecipazione ed esclusione e noi, da bravi scolaretti, facciamo tesoro di chi ci ha preceduto e allarghiamo i confini mentali del quartiere perché:
“Da qui passeranno tutti/ fino a quando c’è qualcuno/ perché l’ultimo che passa/ vale come il primo”.
Chiamatela politica dal basso o Politica nel senso più alto del termine, quello aristotelico, quello che si allontana dagli inciuci, dalle destre e dalle sinistre e dai compromessi, quello che non crede nell’appropriazione indebita, ma nella partecipazione alla Gaber e nella legittima riappropriazione di tutto ciò che ci spetta perché è pubblico, cioè di tutti: un quartiere. Convinti che da cosa nasca cosa e che i grandi percorsi incomincino sempre da piccoli passi, auguriamo di cuore un buon divertimento! “Life is sweet”!

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Parole di Jenny e Parole di Birra

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