Messico. Bambino ucciso da minorenni. I ragazzini confessano

Inscenato un finto rapimento. La madre: ”Se non sarà fatta giustizia, la faremo con le nostre mani”

Ha sconvolto il Messico la vicenda dell’uccisione di Christopher Raymundo Márquez Mora, di 6 anni, da parte di cinque ragazzini di età compresa fra gli 11 ed i 15 anni, nella periferia di Chihuahua City. Il corpo del piccolo è stato trovato lo scorso sabato in una fossa poco profonda nei pressi di un torrente, coperto con sterpaglie ed i resti di un animale morto; i cinque sospetti avrebbero invitato il piccolo a giocare insieme a loro, e secondo le prime ricostruzioni avrebbero inizialmente tentato di inscenare per gioco un rapimento. Sembra che il bambino sia stato soffocato e torturato con sassate prima di venire accoltellato.
I minorenni ritenuti responsabili del gesto avrebbero confessato di aver commesso il crimine: tre di loro sarebbero troppo giovani per venir condannati per l’omicidio, in quanto in Messico l’età minima per essere ritenuti colpevoli di un crimine è di 14 anni. La madre del piccolo, secondo il The Daily Mail, chiede giustizia: “se non sarà fatta”, avrebbe affermato, “ci faremo giustizia con le nostre mani”. In molti additano le condizioni in cui i ragazzini sono cresciuti come una possibile causa del loro comportamento criminale: “vi è una forte presenza del crimine organizzato nella cultura, insieme ad una mancanza del rispetto verso la legge”, avrebbe affermato Juan Martin Perez, direttore del Children’s Rights Network.

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