BOLOGNA, 29 AGO. – «Nel 2016 sosteneva un referendum costituzionale che contemplava la riduzione dei poteri delle Regioni, nel 2017 si scopre invece autonomista. Il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini, che oggi vuole trattare con lo Stato per ottenere maggiori funzioni per l’ente, si renda conto dell’ambiguità delle sue posizioni prima di emulare il processo autonomista di Lombardia e Veneto in modo goffo e tardivo».
È il commento del consigliere regionale Matteo Rancan della Lega Nord sul documento di indirizzi per l’avvio del percorso necessario al riconoscimento di una maggiore autonomia regionale approvato dalla Giunta il 28 agosto.
«L’amministrazione regionale – sottolinea l’esponente piacentino del Carroccio – si presenterà con il cappello in mano al cospetto del Governo, che ha già tentato di negare a Veneto e Lombardia, tramite ricorso, il referendum autonomista del 22 ottobre. Bonaccini e il suo esecutivo – esorta Rancan – chiariscano dunque da che parte intendono stare: se da quella tradizionale del centralismo, oppure se da quella dei territori da sempre sostenuta dalla Lega, che già nel programma per le elezioni regionali del 2014 proponeva l’autonomia e denunciava il furto di risorse attraverso la mancata restituzione del residuo fiscale».