Codogno. Fulminato sui binari della ferrovia a 13 anni

Il ragazzino di Codogno è salito sul vagone di un merci e ha perso l’equilibrio Istintivamente si è aggrappato a un cavo, tremila volt di corrente l’hanno ucciso

Morire fulminati a tredici anni: immane tragedia a Codogno. Si chiamava Luca Bergamaschi ed aveva quell’entusiasmo e quell’incoscienza che sono il marchio di fabbrica dell’adolescenza: ieri pomeriggio, intorno alle 17, semplicemente per un gioco insieme a quattro amici, il ragazzino si è introdotto su un binario morto a circa un chilometro dalla stazione di Codogno in direzione sud, in una zona completamente isolata ed in mezzo alla campagna. Luca è salito sopra un convoglio merci parcheggiato sul binario e si è introdotto nella cassa vuota di un vagone, di quelli con la forma ad imbuto che vengono utilizzati per il trasporto di polveri o mangimi. Poi, ha cercato di raggiungere la piattaforma posta sulla sommità e che consente di passare da un vagone all’altro: a questo punto, secondo la ricostruzione che potrebbe essere definitiva, Luca avrebbe perso l’equilibrio e, per non cadere, si sarebbe aggrappato d’istinto ad un cavo dell’alta tensione, che scorre poco più in alto. Un gesto automatico, fatto senza pensarci: il cavo era in tensione ed i tremila volt che portava non gli hanno lasciato alcuno scampo. Gli amici, attoniti di fronte all’accaduto, hanno immediatamente lanciato l’allarme, raccolto dal 118: la breve descrizione fornita telefonicamente ha subito dato adito alle peggiori paure, purtroppo rivelatesi fondate. Dopo qualche minuto, una serie di sirene ha attraversato a tutta velocità la circonvallazione di Codogno, per poi imboccare la provinciale 20 in direzione Fombio: i mezzi di soccorso sono giunti sul posto descritto dagli amici di Luca, che si trova poco dopo il sottopassaggio ferroviario. I pompieri di Casalpusterlengo e gli uomini del 118 hanno dovuto abbandonare i mezzi di soccorso sulla strada, salire a piedi per una strada di campagna e lanciarsi in mezzo ai campi: il punto dove è avvenuto l’incidente era piuttosto lontano, a circa 400 metri di distanza, in una zona completamente isolata. Ma la corsa è stata inutile: i sanitari hanno trovato Luca in arresto cardiaco e hanno provato in tutti modi a rianimarlo, purtroppo senza esito. Troppo forte la scossa elettrica subita. Sul posto sono arrivati immediatamente anche i carabinieri della stazione di Codogno, seguiti dal personale di Rete ferroviaria italiana (Rfi) e da un rappresentante della Polfer. L’accesso ai binari era consentito solo alle forze dell’ordine e ai soccorritori, mentre al di là del muro che separa la zona dei treni dai campi (Luca e i suoi amici erano penetrati attraverso una piccola interruzione della cinta) si formava un crocchio di persone, composto soprattutto da teenager. Una commozione fortissima pervadeva tutta la zona: ragazzini in lacrime, soccorritori sconvolti ed affaticati, militari con le facce buie; persino Davide, 15 anni, fratello di Luca, si aggirava forse ancora non ben conscio di quanto fosse accaduto. Un uomo che abita nella zona racconta di aver udito alcuni amici di Luca raccontarsi come era nato quel drammatico pomeriggio: «Un ragazzetto spiegava agli altri di aver cercato di convincere il Bergamaschi a seguirlo al campo da baseball, anziché andare verso i binari. Purtroppo, come spesso fanno, alcuni dei giovani hanno preferito raggiungere il treno». In effetti, pare che quella di rintanarsi nella zona del binario morto fosse un’abitudine frequente nei giochi di questi adolescenti. La notizia del dramma si è diffusa velocemente, grazie ai telefonini: quando tutti i coetanei del gruppo sono tornati sul posto, Luca Bergamaschi non c’era più.

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