Questa è la notizia numero 10.000 di un magazine no profit

Sono giorni durissimi per chi non è ”a scopo di lucro”. Scopriamo perchè

Piacenza Night è un magazine no profit. Significa che l’editore e Blacklemon Srl, la società che gestisce il magazine, non guadagnano nemmeno un euro e che, anzi, ogni anno investono denaro e tempo per coltivare una passione. Chi scrive lo fa gratuitamente, mettendo a disposizione dei lettori la proprio esperienza, la propria cultura, il proprio tempo libero. In un periodo in cui la SIAE definisce un sito “commerciale” per il solo fatto che sono presenti banner, è importante che i nostri lettori sappiano che con la pubblicità non copriamo nemmeno un quinto delle spese necessarie per server, dominio, manutenzione, programmazione, ricerca e sviluppo.

In questi giorni la SIAE ha annunciato di voler chiedere i diritti per tutti i trailer pubblicati sui siti web, dal momento che le colonne sonore possono essere ascoltate, secondo loro, senza che siano riconosciuti i diritti. Ma non è finita qui. La tassa andrebbe a colpire anche i video di YouTube che vengono inclusi (embedded) negli articoli dei blog, anche se – come ricorda l’avvocato Fulvio Sarzana su L’Espresso – “YouTube ha già stipulato un accordo con Siae, quindi per tutti i video pubblicati su quella piattaforma è già stata pagata una licenza. Ma se quello stesso video viene ri-pubblicato su un altro sito, i diritti vanno pagati una seconda volta. Insomma, il doppio diritto d’autore”. Andrea Colombo, il direttore di horror.it, in un’intervista a L’Espresso ha dichiarato: “Sappiamo che le musiche sono protette. Mai, però, avremmo pensato che Siae avrebbe distorto il concetto di trailer solo per raggranellare altri quattrini. Serve un esperto per capire che un trailer è una forma di pubblicità? Che è un prodotto in cui la musica ha un ruolo residuale rispetto alle immagini? Diciamolo chiaramente: le case di produzione ci hanno sempre segnalato i trailer, e sono sempre state ben felici di darceli in pasto gratuitamente. Sarebbe interessante capire come reagiranno”.

La Siae sta puntando gli occhi anche verso i social network, dal momento che gli utenti condividono video e canzoni. “In teoria, chiunque pubblica un brano protetto deve pagare i diritti,” spiega Stefania Ercolani, direttrice dell’ufficio multimedialità di Siae. “Esiste però anche il buon senso”. Sarà…

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