L’ultimo grande appello per cambiare leggi che ingiuste è la battaglia politica
Nelson Mandela è uno dei tanti uomini della storia che prima sono stati incarcerati in base a certe leggi che combattevano, e poi dopo anni e lotte e sacrifici sono riusciti a far diventare preponderante la loro idea, a trasformarla in opinione politica e poi ancora a cavalcarla fino a ottenere il cambiamento desiderato. Uno dei tanti, certo; ma ancora di più sono gli oppositori dello status quo che invece in galera ci sono morti; e in un certo senso quelli come Mandela o come Dubceck, cioè quelli che alla fine la vincono, ne costituiscono un ultimo pallido omaggio, una sorta di testimonianza che il loro sacrificio non è passato invano. Fin qui tutto ovvio: l’ultimo grande appello per cambiare una o più leggi che si reputano ingiuste – e magari in base alle quali si è finiti nei guai – è proprio la battaglia politica; e in democrazia la battaglia politica si fa per far diventare il più possibile condivisa la propria idea, che magari (evidentissimamente nei casi citati) parte come assolutamente minoritaria.
La particolarità è un’altra, ed è che Mandela, Dubceck e tanti altri, se durante la loro parabola politica fossero stati intralciati dal solito demagogo che non vuole che i pregiudicati “sic et simpliciter” si possano presentare alle elezioni, ebbene non sarebbero mai diventati presidenti dei loro rispettivi paesi. Ognuno tragga le sue conclusioni.