Leader dei No Tav cade da traliccio, adesso in gravi condizioni

Luca Abbà, di 37 anni, era salito sul traliccio per protesta, ora gli attivisti bloccano l’autostrada

Luca Abbà, uno dei leader storici della No Tav, è ferito in grave condizioni a causa della caduta da un traliccio di alta tensione in Val Susa, sul quale era salito per protesta. Abbà riporta traumi da caduta e ustioni gravi da folgorazione, al momento si trova al Cto di Torino. Le sue condizioni sono così gravi che è stato indotto in coma farmacologico. Il leader dei No Tav era salito sul traliccio per protestare contro gli espropri per l’ampliamento del cantiere a Chiomonte. La procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta per accertamenti, per cui in Val Susa arriverà il pm Giuseppe Ferrando, della stessa procura.
“Mi sono arrampicato sul traliccio dopo essere sfuggito ai controlli. La situazione è tranquilla e non vedo violenze. Sono riuscito a svicolare. Mi guardavano attoniti. Gliel’ho fatta sotto il naso un’altra volta”. Queste le ultime parole di Abbà pronunciate alla radio “a dieci metri d’altezza” poco prima di cadere al suolo. “Sono pronto ad appendermi ai fili della corrente se non la smettete”, ha anche urlato ai poliziotti. Abbà aveva lanciato l’appello ai No Tav di “venire e fare pressione finché la situazione è gestibile”. “Adesso stacco perché sta salendo un rocciatore e devo attrezzarmi per difendermi”.
“Ciao Fabio, non ti fare male” è stata la risposta dello speaker, come a “gufare” la caduta ad Abbà.
Si ritiene responsabili gli attivisti che stamattina hanno bloccato l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, nei pressi di Bussoleno – in concomitanza con il blocco già presente presso la statale 25 della Val Susa – in quanto i soccorsi hanno tardato di parecchio ad arrivare.
“I soccorsi sono stati lentissimi e tardissimi”, denuncia Alberto Perino, uno dei leader del movimento. “Io non c’ero – precisa – ma i testimoni mi hanno raccontato che è passato molto tempo prima che Luca venisse soccorso. Eppure – conclude – dentro il cantiere c’erano due ambulanze”.
Molti gli amici di Luca, raggruppati davanti all’ospedale, pronti ad aiutare. Avviati inoltre molti presidi No Tav in altre città italiane. Perchè l’indignazione continua, in quanto i lavori non si sono fermati e procedono a pieno ritmo.
Secondo gli avvocati che compongono il ‘Legal team’ del movimento No Tav, l’occupazione dei terreni del cantiere di Chiomonte (Torino) a fini di esproprio costituisce ”una vera e propria emergenza democratica”. ”Ltf si e’ presentata nuovamente soltanto con un’ordinanza prefettizia – aggiungono gli avvocati all’ANSA – in palese violazione dell’articolo 2 del Testo unico di Pubblica sicurezza, che prescrive quella procedura soltanto in casi di estrema urgenza, che qui non vi sono. Presenteremo immediato ricorso al Tar del Piemonte”.
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