Il candidato: aliquote al minimo, sgravi per affitti concordati e anziani in case di riposo
Sarò in testa al fronte dei sindaci, di ogni colore politico e di ogni area geografica d’Italia, che protesteranno contro l’Imu, un’imposta iniqua e che va a colpire il frutto di anni di sacrifici e risparmi dei cittadini: la casa». Andrea Paparo esce allo scoperto su uno dei temi più caldi di questa stagione politico-amministrativa, la reintroduzione dell’imposta sugli immobili, «su cui il Comune, rinviando l’approvazione del bilancio per una chiara ragione di opportunità in vista della tornata elettorale, ha deciso di tergiversare fino ad ora».
La posizione del candidato 38 enne è chiaro in merito all’applicazione: «Terremo le aliquote al minimo, quindi allo 0,4 per la prima casa e allo 0,76 per mille per le altre abitazioni, con una esenzione di 200 euro sulla prima casa». Previste inoltre agevolazioni per i locali affittati con canoni concordati.
Ma non è tutto. Paparo, infatti, ha anche annunciato la volontà di offrire la possibilità ad anziani e i disabili che risiedono in istituti di ricovero o sanitari e ai cittadini che risiedono all’estero di considerare la propria abitazione come prima casa, a patto che la stessa non risulti locata. «Queste fasce di popolazione – chiarisce Paparo – oltre a non pagare l’Imu sulla base dell’aliquota maggiorata prevista per la seconda casa, avrebbero così l’opportunità di beneficiare del bonus previsto per i soggetti che risiedono nell’immobile adibito ad abitazione principale, che si concretizza in una detrazione di 200 euro a cui si sommano 50 euro per ogni figlio a carico di età non superiore ai 26 anni, fino a un massimo di 400 euro».
Guardando al futuro, Paparo ha anche annunciato che nel caso in cui lo Stato dovesse decidere che dal prossimo anno saranno i Comuni in totale autonomia a decidere se mantenere l’Imu per la prima casa, il candidato si impegnerà per trovare le risorse per eliminarla o, quantomeno, ridurla il più possibile.