Londra 2012. Già sette le medaglie di legno per l’Italia

Dal judo alla ginnastica, quanta amarezza per le medaglie sfumate di un soffio

Nella giornata in cui si assegnano meno titoli, e ci aggrappiamo ai ragazzi della pallavolo e della pallanuoto per non vedere ridotta a zero la nostra rappresentanza negli sport di squadra, parliamo di medaglie… di legno. Causa di un medagliere che almeno in termini quantitativi inizia a reclamare ossigeno, l’Italia ne ha sinora collezionate ben sette. La prima delusione arriva nella giornata sinora più ricca di soddisfazioni, quella inaugurale delle gare olimpiche, lo scorso 28 luglio: il talentuoso judoka Elio Verde, dopo essere stato sconfitto in semifinale, cede anche nella finale per il bronzo per la categoria 60 kg dal brasiliano Felipe Kitada.
Il 29 luglio è il giorno del trampolino sincro da 3 m, in cui un errore nell’esecuzione del terzo tuffo costa carissimo al duo Cagnotto-Dallapè, argento ai Mondiali romani di tre anni fa, che si vedono così superate di 2.7 punti dalla coppia canadese Abel e Heymans, graziata dalla giuria per un’imprecisione durante l’ultimo tuffo.
Il giorno successivo, la campionessa uscente della categoria 57 kg di judo, Giulia Quintavalle, si fa sorprendere dalla meno dotata americana Marta Malloy, in un’altra finale per il terzo posto.
L’ultimo giorno di luglio è fortunatamente l’unico amaro per il fioretto ai Giochi di Londra: dei nostri tre moschettieri Aspromonte Cassarà e Baldini, solamente quest’ultimo arriva in zona medaglie. Nella finale per il bronzo, dopo aver rimontato sino al 14 pari, una contestatissima stoccata assegnata al suo rivale coreano Choi Byoungchul preclude al nostro schermidore la strada per il podio. I ragazzi hanno saputo rifarsi con l’oro a squadre di domenica scorsa, giornata per il resto da dimenticare.
Nel cavallo con maniglie, il 34enne brianzolo Alberto Busnari azzecca l’esercizio della vita, ma non basta: il bronzo va al britannico Whitlock, entrato in finale per il rotto della cuffia, che lo supera di 2, immotivati, decimi di punto. La domenica sfigata dello sport italiano si chiude con la “recidiva” Tania Cagnotto, seconda in qualificazione, che nella finale individuale del trampolino da 3 m si vede scappare per 20 maledetti centesimi il gradino più basso del podio in favore di un’avversaria in precedenza sempre battuta, la messicana Laura Sanchez Soto.
L’ultima scottatura brucia ancora: la ginnasta Vanessa Ferrari, dopo un’attesa lunga quattro anni, entra ieri nella finale del corpo libero con il terzo punteggio. L’esercizio è convincente, meriterebbe forse qualcosa in più di quel 14.900 che la pone a pari merito con la russa Mustafina, ma giù dal podio per l’assurda regola, approvata giusto un paio di mesi fa, per cui in caso di arrivo a pari punti, a prevalere non è la difficoltà, ma l’esecuzione. Che premia la russa per tre decimi di punto.

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