Ikea: l’azienda sposta parte dell’attività; 107 posti di lavoro in esubero da giovedì

Le proteste non facilitano i lavori all’interno e all’esterno del magazzino della multinazionale

Da giovedì 8 novembre l’azienda multinazionale svedese metterà in atto un riposizionamento di volumi (che verranno indirizzati verso altri poli logistici dell’Ikea in diverse città italiane) dello stabilimento in località Le Mose, scelta effettuata per garantire il normale svolgimento delle attività all’interno del magazzino. 107 lavoratori risulteranno così in esubero rispetto alle reali necessità della stabilimento piacentino. La decisione è stata presa a seguito della situazione, negli ultimi giorni, di blocco violento e prolungato di mezzi e persone davanti ai cancelli degli impianti logistici del sito.
Le parole di Francesco Milza a nome di Consorzio CGS, Cooperativa SanMartino, Cooperativa Cristall, Cooperativa Euroservizi:
“Nella serata di ieri abbiamo ricevuto dalla direzione di IKEA , a seguito della situazione degli ultimi giorni di blocco violento e prolungato all’ingresso di mezzi e persone nei propri impianti logistici del sito di Piacenza, il riposizionato dei volumi a partire da giovedì 8 novembre p.v..
E’ una comunicazione che noi e tutte le persone responsabili temevamo e che inevitabilmente si e’ concretizzata; IKEA, come si sarebbe comportata qualunque altra azienda in queste condizioni, ha preso atto di una situazione che evidentemente non è più sopportabile ne accettabile.
La conseguenza diretta e immediata e’ che 107 lavoratori, soci e dipendenti, saranno costrette a dover rinunciare al proprio posto di lavoro perché questo posto di lavoro non c’é più.
Lavoro che le cooperative ed suoi lavoratori si erano guadagnati, in anni di lavoro, dando dimostrazione di capacitá, efficienza, organizzazione e, soprattutto, serietà; perché non si lavora per più di dieci anni con una azienda come IKEA se non si dimostra quotidianamente tutto ciò.
Le cooperative ed il Consorzio CGS si adopereranno, per quanto possibile, al fine di attivare tutti gli strumenti atti ad alleviare questa situazione difficile, se non drammatica, frutto di un assurdo modo d’intendere una, presunta, attività di tutela sindacale in maniera violenta, coercitiva, prevaricante ed assolutista, figlia di tempi e slogan che non esistono più, almeno così pensavamo, fortemente politicizzata e mirata, in una sorta di barbaro delirio, a distruggere piuttosto che a costruire.
Per parte nostra ringraziamo chi ha cercato di trovare una soluzione o cercato con il proprio pensiero di trasmettere, anche senza necessariamente schierarsi, il concetto che un presunto diritto non può affermarsi attraverso la negazione dei diritti altrui.
Sono, queste, logiche che non ci appartengono e mai accetteremo, in quanto la difesa del lavoro e dei lavoratori ci deriva dall’essere cooperative vere e partecipate, qualcuna con più di venti anni di vita, che non negano il confronto, anzi lo esaltano, ma quando è funzionale al bene delle cooperative e dei propri soci e lavoratori, non certo se rivolto all’annientamento del proprio scopo, statutario e sociale, che è il reperire e distribuire lavoro ai propri soci.
Auspichiamo che questa pesante, drastica, ma comprendiamo, inevitabile scelta di IKEA, porti tutti a riflettere sul valore, nel nostro territorio e non solo, del lavoro non come strumento ideologico di affermazione di parti politiche, ma come valore assoluto da difendere e tutelare al di la degli interessi di parte; non possiamo più permettercelo, è assolutamente merce rara e fortemente necessaria per il territorio di Piacenza; riteniamo sia giunto il momento di capire e chiarire chi lo vuole difendere e chi no.”

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