Coppa Davis. Repubblica Ceca. Uno storico trionfo firmato Radek Stepanek

Nell’anno d’oro del tennis ceco, il terribile 34enne ha siglato il punto decisivo nel giorno del ritiro (?)

E’ un anno storico per il tennis ceco, che al massimo potrà essere uguagliato. Per la prima volta, infatti, la stessa Nazionale si porta a casa la massima competizione femminile (la Federation Cup) e maschile a squadre (la Coppa Davis). Casa dolce casa, se è vero, record nel record, che i trionfi sono stati ottenuti nella stessa città (la capitale, Praga) e impianto (la “O2 Arena”). Mentre le donne boeme sono delle habitué (7 vittorie nella competizione, 2 come Repubblica Ceca), non altrettanto si può dire degli uomini (2 trionfi, questo è il primo dall’indipendenza del 1993).
Se le “quattro moschettiere” avevano avuto ragione della forte Serbia, i quattro eroi di Praga hanno sconfitta una Spagna fortissima pur senza il suo leader Rafael Nadal. La firma sulla 100esima edizione dell'”Insalatiera” più agognata è del numero 31 della classifica ATP, Radek Stepanek.
Non lasciatevi ingannare dalle apparenze: il 34enne di Karviná è stato fidanzato con Martina Hingis e ora è impegnato nientepopodimenoche con l’aitante connazionale Nicole Vaidasova, che per stare vicina al suo Radek ha lasciato il tennis giocato. Il ceco non è neanche il massimo della simpatia: in carriera è stato protagonista di qualche episodio controverso, ad esempio mancando in vari modi di rispetto ai suoi avversari.
Ma Stepanek è soprattutto, con Llodra e pochi altri (Dolgopolov è giovane ma sembra già essersi adeguato agli standard da qualche anno ormai vigenti), uno degli ultimi “panda” del tennis. Uno di quelli che fanno di necessità (vedi fisico non propriamente da corazziere) virtù (tocchi, variazioni di gioco e discese a rete. Che poi è un gioco non poco dispendioso, con uno giovane e forte come Almagro ancora di più). Uno di quelli che, se lo si sa fare bene, si può ancora venire a rete. Uno di quelli che sono ancora belli da vedere (giocare).
E allora permettetemi di esultare per la vittoria, una volta tanto, del tennis creativo contro quello muscolare dei Ferrer e degli Almagro, che quasi mai sbagliano ma quasi mai tirano fuori il vincente che ti fa rimanere a bocca aperta. Permettetemi di esultare per questo terribile vecchietto che ha tirato via le castagne dal fuoco all’ancora incompiuto (e gli anni passano) Tomas Berdych.
Così parlò “Steps” appena qualche settimana fa: “Sono malato di tennis e voglio rimanere in salute e in forma il più a lungo possibile: posso sostenere sia il singolare che il doppio. Giocherò fin quando mi sentirò bene e riuscirò a mettere in difficoltà i migliori. Vivo per il tennis 24 ore su 24 e sette giorni su sette, altrimenti sarebbe impossibile rimanere ad alti livelli”. Peccato che abbia deciso di ritirarsi (ma lo farà veramente?), giusto che lo abbia fatto, vincendo come ha sempre giocato: controcorrente.

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