Matteo Renzi e il dossier sui soldi del Pd. Rottura con Bersani?

Il meno importante dei dirigenti del Pd ha almeno due segretarie e 3.500 euro di stipendio

Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo di Maria Teresa Meli che potrebbe innescare una rottura definitiva tra Matteo Renzi e la vecchia dirigenza del Partito Democratico con a capo Pier Luigi Bersani. Esisterebbe un vero e proprio dossier del Sindaco di Firenze che analizza a fondo e mette in discussione il modo di spendere i soldi del PD. Scrive il Corsera: “I dipendenti del Pd nazionale sono più di 180, tra quelli a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato. Una pletora di segretarie, segretari, impiegate e impiegati, tutti remunerati. Di più: ad alcuni viene anche pagata la casa. Nel report in questione si trovano dei numeri impressionanti: 14 persone all’ufficio stampa del partito, tre persone addette solo a Rosy Bindi, che ha anche un aiuto alla Camera e una portavoce che, è scritto nel rapporto, non si è capito chi paga”.
Dal dossier emerge un dato provocatorio: il meno importante dei dirigenti del Pd avrebbe almeno due segretarie e 3.500 euro di stipendio. Un po’ troppo per il Rottamatore. Questi soldi, scrive sempre il Corriere della Sera, “lievitano se ti chiami Nico Stumpo, e sotto di te, nel settore organizzativo del Pd, guidi otto persone tra segretari, funzionari e collaboratori. Nel rapporto si fanno le pulci a tutti, al direttore di Youdem, la pasionaria di Bersani Chiara Geloni, a Matteo Orfini, al tesoriere Antonio Misiani: un lungo elenco di nomi, con accanto retribuzione, eventuali secondi contratti e precisazioni sui costi dell’alloggio”.

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