Alpini e volley. La tre giorni in cui Piacenza è stata al centro dell’Italia

Un diffuso senso di malinconia, se non di angoscia, attanaglia oggi gran parte dei piacentini

Un diffuso senso di malinconia, se non di angoscia, attanaglia oggi gran parte dei piasintein. I tre giorni appena trascorsi saranno ricordati come quelli in cui la nostra città è stata, una volta tanto e con pieno merito, al centro dell’Italia sia dal punto di vista sportivo che da quello celebrativo. Quest’ultimo aspetto è stato possibile grazie all’86esima adunata nazionale degli Alpini che ha dimostrato come, al contrario di quanto sostenuto da molti, Piacenza non sia “morta”, ma anzi si dimostri più viva che mai quando toccata nelle corde giuste. Nicola Bellotti lo ha spiegato molto bene nel suo editoriale (http://www.piacenzanight.com/sezione-notizie-articolo.asp?cod=0013360).
Questo hanno saputo fare, Dio li conservi, gli Alpini: coinvolgerla ed emozionarla. La città all’ombra del Gotico grazie a loro non è mai stata così bella e così viva, i piacentini mai così aperti e positivi, ma soprattutto mai così coinvolti e felici.
In pieno tripudio da festa, le ragazze della Rebecchi Nordmeccanica, dopo aver fallito in casa il primo match point, non facevano altrettanto con il secondo, andando a prendersi sul campo della rivelazione veneta Conegliano il primo, meritatissimo, scudetto della loro storia. Costruita per vincere, la formazione di coach Caprara non ha fallito l’obiettivo, sfiorando uno storico triplete, che cercherà la prossima stagione con una Champions League in più a cui pensare.
A rovinare parzialmente il comunque indimenticabile weekend piacentino, la sconfitta del Copra Elior contro l’Itas Diatec Trentino. Perdere il quinto set in volata, dopo aver passato il match (e lo stesso set decisivo) a rincorrere i campioni di tutto e a giocare per larghi frangenti meglio di loro, fa male. Fa male nonostante, ad inizio stagione, nessuno o quasi credeva ad una Piacenza in grado di giocarsi il titolo all’ultimo set della partita decisiva; fa male perché per almeno metà squadra forse è stata l’ultima grande occasione; fa ancora più male perché, sino all’ultimo braccio dell’arbitro teso verso la metà campo avversaria, è sembrato a tutti di rivivere lo stesso, fantastico, finale di quattro anni prima. L’importante, comunque, è che il rischio di non vedere più al PalaBanca la pallavolo maschile di alto livello sembra definitivamente scongiurato.
La malinconia lascia sempre più spazio all’angoscia. La paura è che un weekend così dalle nostre parti non si possa rivivere mai più. Speriamo di no; se anche fosse, sarà dolce e struggente ripensare a quei tre giorni in cui la nostra città è stata al centro dell’Italia. Grazie ragazzi, grazie ragazze, ma soprattutto grazie Alpini.

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