Quartiere Roma. Al via i tavoli di lavoro di Porta Galera 3.0

Playlist rock che metta tutti d’accordo: ”Jailhouse Rock” di Elvis Presley

Solo un rock da galera alla Elvis potrebbe diventare l’inno di Porta Galera, quel Quartiere Roma che si è stufato di essere oggetto di dibattito e si propone, ormai da qualche mese, come soggetto attivo.
A scanso di equivoci, la festa dei "Matti da Galera" non era riconducibile in alcun modo al progetto "Porta Galera 3.0" a cui è stata indebitamente associata per omonimia. Le iniziative del 4 e 5 Ottobre scorso sono state il frutto della partecipazione attiva di commercianti, residenti e piacentini generosi e propositivi. Il Comune ha dato una mano non ostacolando più che favorendo gli impulsi creativi dal basso. Quando la farmacia promuove la scuola e la birreria si occupa del giardino pubblico qualcosa d’importante sta succedendo!
Al contrario "Porta Galera 3.0" nasce come progetto comunale e si sviluppa incoraggiando la partecipazione attiva dei cittadini che, proprio in virtù della spinta propulsiva di cui sopra, non hanno mancato all’appello. Idee che si concretizzino in progetti per un quartiere più "sano" in cui la qualità della vita di ognuno coincida col benessere di tutti.
Priorità assoluta alla cultura, non come vanto intellettualistico, ma come base di partenza, precedenza all’istruzione e all’educazione delle nuove generazioni, apertura mentale, predisposizione all’ascolto, curiosità nei confronti del mondo. Quest’estate uno scambio libri sperimentale ha risolto il problema del degrado, in una piccola porzione dei Giardini Merluzzo, più di qualsiasi ronda di quartiere. L’abbandono invita alla delinquenza, la cura genera spontaneamente altrettanto scrupoloso riguardo.
Che i controlli veri e propri siano opportunamente demandati alle forze dell’ordine, ma che la cultura prenda tirannicamente il sopravvento su tutto: corsi di lingue, concorsi letterari e fotografici, racconti di e sul quartiere, spazi per letture ad alta voce, cineforum e bookcrossing… Melius abundare quam decrescere e che l’entusiasmo sia contagioso.
C’è chi parla di Cittadella della Cultura, forse però sarebbe più opportuno perseguire l’obiettivo di una Cittadella delle Culture in cui ognuno dia il suo contributo. Che il tè alla menta si affianchi al Gutturnio, che le riunioni si tengano in San Savino perché solo in uno stato laico non si travisa la generosità di un’intera parrocchia, ma che soprattutto non si attribuiscano coloriture politiche perché la cultura è daltonica per definizione, include anziché escludere e, anche a porta Galera, apre la mente anziché imprigionarla.
"Let’s rock, everybody, let’s rock./ Everybody in the whole cell block/ was dancin’ to the Jailhouse Rock"…

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