Il retroscena delle elezioni: la guerra interna al Partito Democratico

I bersaniani e la De Micheli con Gazzolo e Ghisoni, contro i renziani della prima ora Tarasconi e Molinari sostenuti da Reggi

E’ uno scontro sanguinario e fratricida quello che si sta combattendo all’interno del Partito Democratico, a Piacenza. Lo dico da osservatore esterno, non avendo mai votato Pd, ed è solo la mia opinione. In gioco non c’è solo un posto al sole nel Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna, ma c’è la segreteria del partito e il futuro dello stesso. E’ la battaglia finale, lo scontro definitivo tra il vecchio Pd (quello più o meno dei bersaniani) e il nuovo Pd (quello più o meno dei renziani). Le due anime del partito rappresentano anche approcci molto differenti. Gazzolo e Ghisoni sono sostenuti dalla De Micheli e dall’apparato storico del partito, ex Partito Comunista Italiano (PCI), ex Partito Democratico della Sinistra (PDS), ex DS, ecc. Tarasconi e Molinari rappresentano il nuovo corso, sono sostenuti da Reggi (renziano della prima ora), hanno sostituito la parola “progresso” con “grinta” (mantenendo inalterato il significato) e contano soprattutto sul sostegno della società civile, puntando ad allargare l’elettorato del Pd.
Le primarie tra Renzi e Bersani hanno dato inizio al regolamento di conti interno al centro-sinistra. Ha vinto Bersani, ma è stata una vittoria di Pirro, tanto che Renzi oggi è Primo Ministro e Bersani gioca in panchina. Gazzolo e Ghisoni, pur mantenendo chiara la loro lealtà al gruppo capitanato dal sottosegretario De Micheli, strizzano l’occhio ai renziani (significativo è il cartonato nella vetrina del loro point in cui si mostrano a fianco del Premier come dire “hey, siamo anche noi amici di Renzi”).
Tarasconi e Molinari, dopo avere guidato in prima linea la battaglia per le primarie a sostegno di Renzi, hanno conquistato la segreteria del partito e hanno iniziato un repulisti che sta facendo tremare le gambe a molti della vecchia guardia.

Il risultato delle elezioni regionali di domenica 23 novembre determinerà un nuovo assetto del Partito Democratico di Piacenza. E’ una scelta di campo, e da spettatore trovo la sfida molto avvincente.

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