“E’ una vera emergenza, di cui in pochi si sono ancora accorti: ogni anno, sono oltre mezzo milione (su 9 milioni di ricoveri) i pazienti ricoverati presso gli ospedali italiani per curare una malattia e che, poi, si trovano a combattere un’infezione contratta proprio presso la struttura sanitaria. Questo significa che una percentuale compresa tra il 5 e l’8% dei malati è vittima di un’infezione nosocomiale. In più, annualmente, le infezioni ospedaliere mietono più morti di quanti ne provochino gli incidenti stradali, in quanto, ogni anno, si registrano circa settemila decessi a causa di infezioni nosocomiali (il doppio delle vittime della strada)”.
A lanciare l’allarme è il consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Rancan, primo firmatario di un’interrogazione con la quale il Gruppo Lega chiede alla Giunta di viale Aldo Moro “se sia a conoscenza del fenomeno sopra descritto e che giudizio esprima in merito; quanti siano ad oggi i casi accertati in Emilia – Romagna; e quali interventi intende intraprendere per contrastare l’emergenza”.
Con il termine “infezioni ospedaliere” o “infezioni nosocomiali” si definiscono quelle malattie contratte in ospedale o in altri ambienti sanitari (case di cura, cliniche di lungo degenza, RSA, ecc.). “A quanto risulta i reparti ospedalieri in cui è più facile essere contagiati sono la Terapia intensiva (20,60% dei casi), la Medicina (15,33%) e la Chirurgia (14,20%). L’Emilia – Romagna si trova al terzo posto (con 416 casi) dopo la Liguria (454) e la Valle d’Aosta (500 casi) nella graduatoria dei pazienti che hanno contratto un’infezione dopo un intervento chirurgico ogni centomila dimessi” – si legge nel documento ispettivo firmato anche da Alan Fabbri, Fabio Rainieri, Stefano Bargi, Daniele Marchetti, Gabriele Delmonte, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli.
Si stima che il 30% delle infezioni ospedaliere sia potenzialmente prevenibile ed evitabili grazie ad una serie di comportamenti professionali sicuri.
“È infatti certificato che l’adozione di programmi efficaci di controllo delle infezioni ospedaliere è in grado di prevenire fino al 32% delle infezioni globalmente considerate, ma attualmente in Italia non esiste (a differenza degli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei come la Germania e la Francia) un sistema di rilevazione di incidenza delle infezioni nosocomiali su base nazionale o regionale e che, quindi, non è possibile effettuare confronti a livello regionale” attaccano i leghisti.
Ed oltre al “costo” in termini di salute, c’è un altro “costo” significativo che l’adozione di programmi efficaci di controllo delle infezioni ospedaliere potrebbe consentire: gli effetti delle infezioni ospedaliere comportano infatti un costo complessivo per il sistema sanitario di un miliardo di euro l’anno.
“Un contenimento ed abbattimento delle infezioni ospedaliere, quindi, avrebbe impatto economico importante e permetterebbe di riallocare le risorse all’interno del Servizio sanitario. Vien da sé che risulti di grande rilevanza il coinvolgimento delle istituzioni ed un importante investimento in formazione ed educazione del personale sanitario” conclude il Gruppo del Carroccio.