Il ritratto specchio dell’anima. Venerdì sera ai musei di Palazzo Farnese

Terzo appuntamento venerdì sera alle 21 nei saloni di Palazzo Farnese dell’iniziativa “Esci di casa ed entra al museo” promossa dall’assessore alla Cultura, Jonathan Papamarenghi. Si parlerà de “Il ritratto specchio dell’anima: un percorso nella ritrattistica delle collezioni civiche” con Federica Visigalli e Lisa Lombardi, entrambe esperte di didattica museale che insieme allo storico dell’arte Luca Maffi, si addentreranno nella bellezza delle opere più significative che rappresentano i Farnese, ma soprattutto faranno conoscere la pittura di Gaspare Landi, cui è dedicata una sala.

Presso il grande pubblico Landi è noto per il ritratto di Antonio Canova che è conservato presso la galleria Borghese di Roma. Ma Gaspare Landi (1756-1830) non fu solo questo. Fu un bravo pittore, all’epoca giudicato da Pietro Giordani il più grande dei primi dell’ Ottocento. Ma è stato a lungo dimenticato. Fu Vittorio Sgarbi a riscoprirne il valore e alla Camera dei Deputati ci sono dieci dipinti attribuiti al Landi grazie all’intuizione del noto critico d’arte. Landi fu artista dalla vita difficile, cresciuto in una famiglia disagiata, la cui storia cambiò nel 1779 quando un ritratto da lui eseguito fu visto e ammirato dal marchese Gian Battista Landi di Chiavenna, cognato di Ippolito Pindemonte e attento collezionista. Divenne il suo mecenate. Nel 1781 lo mandò a sue spese a Roma. Gaspare Landi, ormai venticinquenne, divenne allievo di Pompeo Batoni. Iniziò così una carriera che lo vide nel tempo amico di Camuccini, Benvenuti e di Canova, di cui fu successore alla presidenza dell’Accademia di San Luca. Il trionfo artistico gli arrise proprio nella Capitale e fu senza dubbio tra i più importanti pittori neoclassici insieme ad Appiani: “Gaspare Landi – afferma Papamarenghi – fu l’artista piacentino cultore della bellezza neoclassica e amico di Canova, di cui i Musei conservano diversi ritratti della nobiltà piacentina del tempo. Questi bellissimi ritratti hanno il pregio di farci capire un’epoca e la collezione di Palazzo Farnese è esempio di un neoclassicismo da ammirare”.

Non solo Landi. Infatti il percorso a tappe di venerdì prevede, dopo una breve introduzione sulla ritrattistica in Italia, la visita alla tela del Giglio Farnesiano, dove sono raffigurati i principali protagonisti dei Farnese, da Papa Paolo III a Odoardo. Vi sarà poi la visita nella Sala del trono, al busto di Elisabetta Farnese, il dipinto a figura intera di Ottavio Farnese e Dorotea Sofia, madre di Elisabetta e la possibilità di accedere ad alcuni dipinti di rara bellezza, come il “Ritratto di giovane condottiero” e il “Ritratto di Alfonso d’Este dell’artista belga Justus Sustermans, che lavorò in Italia verso al metà del XVII secolo: “Questi incontri stanno avendo un notevole riscontro e faremo di tutto per sdoppiarli catalizzando più persone a visitare opere diverse – rimarca l’assessore – e questo ci fa capire che dopo il trauma del Covid-19 occorre riprendere, pur con le dovute cautele, l’attività culturale perché Piacenza è uno scrigno di tesori e Palazzo Farnese e le sue prestigiose collezioni ne sono la conferma”.

Saranno presenti anche Eleonora Squeri e Giulia Golino, local manager della community Igers Piacenza e l’iniziativa attraverso Instagram sarà trasmessa sul profilo @Igers.piacenza. E’ possibile prenotare la visita guidata del venerdì sera (costo del biglietto tre euro sino ad esaurimento dei posti disponibili) entro la mattinata di venerdì rivolgendosi allo 0523-492658 o scrivendo a info.farnese@comune.piacenza.it. Il calendario completo è sul sito www.comune.piacenza.it.

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