E’ difficile non farsi influenzare dalle esperienze personali, dalla propria famiglia e dalla sua storia, dall’istruzione ricevuta e dagli ambienti nei quali si cresce
Lo vediamo continuamente per televisione, sui giornali, e dimentichiamo sempre troppo in fretta, giudichiamo con la pancia e voltiamo lo sguardo, siamo inclini all’incazzatura a breve termine ma non siamo capaci di scelte lungimiranti, ci facciamo aizzare dalla cronaca dei giornalisti e ancor prima di riflettere sulla quotidianità abbiamo già deciso chi mandare sul patibolo o peggio chi incensare come nuovo messia. L’Italia che non vuole guardarsi allo specchio, l’Italia dei grandi misteri mai rivelati, quanti fatti sono ormai divenuti monumenti storici? Quanti delitti, stragi, affari politici, quanti sono ormai ritenuti irrisolvibili? perché in Italia non si possono mai fare i nomi, perché in Italia non si fa chiarezza? Rischieremmo forse di rovinare la reputazione di qualcuno? scopriremmo che i padri della patria forse non erano mossi da cotanta filantropia? scopriremmo i legami tra vittima e carnefice? Rischieremmo di scoprire troppi nomi a libro paga dell’URSS o dagli USA? Scopriremmo che i partigiani novantenni molto spesso erano ferventi balilla e che con il classico colpo da paraculo all’italiana ora resistono resistono resistono? Oppure ci accorgeremmo di quanta chiesa è intrisa la nostra storia e la nostra politica che ora tutti voglio liberale e liberista in uno stato che più confessionale di così non si può?
La vile Italia codarda degli ordini professionale e delle caste, dei gruppi di potere arroccati su se stessi, dei sindacati senza più identità, degli assessori con la pancia tonda, dei giornalisti leccaculo e degli intellettuali imbolsiti, del cinema di serie b; in un paese dove costume nazionale è prostituirsi, dove la furbizia è meglio pagata del merito, come si può pretendere anche la sola idea di un’inchiesta seria, di un processo pulito, di una commissione investigativa seria? Il rapporto tra vincitore e perdente in Italia è più squallido di quello tra controllore e controllato che fa così tanta scuola nel nostro paese, “fatti furbo”, te lo dicono anche i genitori.
E allora, com’è possibile pretendere una commissione d’inchiesta sui fatti di Genova? rischieremmo di scoprire dei lati poco belli delle forze dell’ordine e l’evidente commistione tra manifestazioni rosse e violenza, meglio tacere tutto: su te non indaghiamo e a te dedichiamo un’aula del parlamento, avanti col prossimo; commissione Mitrokhin? Per carità, insabbiamola, l’ex spia russa era un pazzo, su di voi non indaghiamo, ora sedete in commisione l’altro giorno sventolavate bandiera rossa, meglio tacere; Cermis? non se ne parla, mai toccare lo zio sam, ci ammazzano 20 persone per divertirsi a fare i top gun e la nostra politica guarda ammutolita.
Bologna, Ustica, l’Italicus, il delitto Matteotti, il delitto Calabresi, Pecorelli, la banda della Magliana, la P2, la Gladio, Tangentopoli, Pinelli, il caso Alpi, il mostro di Firenze, Cogne, le Brigate rosse”¦ e quante altre ancora? E com’è strano quanta politica ci si infili sempre dentro, e guarda caso non si arriverà mai ad una verità, bisognerebbe scomodare troppi nomi grossi, troppe poltrone cadrebbero; e allora vien da dire, ma questa politica che si voleva pulire con Tangentopoli? I politici fotografati con gli schiavettoni ai polsi, l’eliminazione di qualche partito e una nuova carriera per i nuovi magistrati vip, hanno rinnovato il paese o si sta peggio di prima, più cretini e più obesi di notizie, con il rancore e il grigno tra i denti quando vediamo qualche auto blu?
E in questo croccante quadro come si può pretendere che ci sia una coscienza storica su comunismo e fascismo? il primo vive di omissioni continue e di un vile silenzio nelle scuole italiane, e in generale in tutta la cultura che ha dominato in lungo e in largo; il secondo ha subito sicuramente più falsità, essendo di fatto la parte perdente, (oltre che una legge insensata come la “Scelba”, il reato d’opinione è da regime sudamericano) ma si inserisce ancora bene in un retroterra cafone e violento che permea l’italiano medio.
In tutto questo non serve giustificare o condannare le persone comuni che erano comuniste e che sono state fasciste, ci hanno creduto, loro malgrado, erano anni diversi ormai lontani, erano figli della loro epoca delle loro contraddizioni, spesso i confini tra le case del popolo e del fascio sono stati così sottili, in quanti hanno cambiato bandiera; ma permettetemi di sorridere a chi vuole aderire alla Xmas o a chi sventola falce e martello ai giorni nostri, nostalgia ed emulazione sono bestie maledette, sono l’impedimento ad un progresso civile, sono figlie di ignoranza e superficialità, sono, in fondo, caste.
Come sopravvivere in questo quadro desolante? Uso Pasolini, ogni giorno segniamo una linea di confine oltre la quale non dobbiamo andare, sia questa la nostra protesta, basta piazze e cortei, bandiere rosse e spranghe di ferro, non si fa altro che oliare un sistema che vuole il popolo in piazza, cerchiamo di buttare giù questi politici, apriamo ai giovani, apriamo al merito, parliamo della storia con cognizione e senza bende, non credo che nei circoli della sinistra si parli di Stalin come un porco, questo non si può dire, il comunismo ha pagato dalla storia un conto meno salato di quanto avrebbe dovuto, ancor oggi regimi populisti di stampo comunista resistono: il Venezuela di Chavez, il terribile regime cinese o coreano, l’attuale Russia di Putin che malcela impulsi totalitari, eppure non si riesce a condannare un sistema di morte e repressione, ci sembrano troppi debiti di riconoscenza da pagare, troppe carriere da non rovinare”¦
Da che parte stare se tutti loro hanno ragione? Da che parte sedersi se tutti loro occupano le cattedre degli atenei? Dall’unica ancora dignitosa, come disse Brecht : «Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati.»