Il messaggio è chiaro: o si cambia o si va dritti a casa
“Era ovvio che il referendum fosse politico e non avesse davvero come oggetto i quesiti posti sulle schede. Ed è ovvio che ora tutti coloro che prima avevano assicurato che non c’era niente di politico, ora gridino, come fa Bersani, che il governo deve sloggiare, come se fossimo in una banana republic dove non esistono vere elezioni ma soltanto colpacci bassi e colpi di Stato”. Ad affermarlo e Paolo Guzzanti, dal suo blog su Panorama.
Il risultato del Referendum è un nuovo schiaffo al Governo, a breve distanza dalla caduta di Milano. Il messaggio degli elettori è chiaro: siamo arcistufi di questa politica, del gossip, delle risse, di un centrodestra che sembra non lavorare per il futuro proprio e del Paese.
Io sono un Berlusconiano della prima ora e anche oggi, pur con enormi difficoltà, sosterrei il partito del Cav. Tuttavia vivo, come il resto degli elettori evidentemente, in un costante senso di smarrimento. Dove stiamo andando? Cosa stiamo costruendo? Quali sono gli uomini e le donne che nei luoghi della politica rappresentano davvero gli ideali che abbiamo professato? Chi sarà il prossimo leader?
La caduta di Milano, più di ogni altro risultato di questi giorni, è rappresentativa dello stato delle cose. Quando il centrosinistra presenta un progetto serio e un candidato in grado di tenere unite le sigle alle sue spalle, può vincere ovunque. E’ capitato anche a Piacenza, con Roberto Reggi.
La fortuna del Governo è che, nonostante le dure sconfitte, nelle alte sfere dell’opposizione nulla è cambiato. Non esiste un nuovo leader in grado di tenere unita la coalizione e soprattutto non esiste un programma serio e condiviso da tutti. Il collante tra forze che non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra (gli ex comunisti e gli ex demoscristiani del Pd, gli ex fascisti di Fini, i giustizialisti dell’Idv, la setta di Beppe Grillo con i suoi seguaci, ecc.) resta unicamente l’odio verso Silvio Berlusconi.
E con la politica dell’odio non si va da nessuna parte. Si spera.
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