Strage di Oslo. Anders Breivik: ”Non mi ritengo colpevole”

Nella capitale norvegese al via il processo contro il militante di estrema destra

Il “Salvatore del Cristianesimo” e “Il più grande difensore della cultura conservatrice in Europa dal 1950”, così si definisce nel suo memoriale “2083-Una dichiarazione europea d’indipendenza” Anders Breivik, il reo confesso del processo che si apre oggi ad Oslo per le stragi del 22 luglio nella capitale norvegese e ad Utoya, costate la vita a 77 persone. “Riconosco i fatti ma non mi riconosco colpevole” è stata la prima dichiarazione del 33enne terrorista, che entrando in tribunale in segno di sfida ha salutato le famiglie delle vittime con il braccio teso e il pugno serrato. Breivik ha inoltre aggiunto: “Non riconosco i tribunali norvegesi. Avete ricevuto il vostro mandato da partiti politici che sostengono il multiculturalismo”.
Il compito principale della giuria sarà quello di scegliere tra due perizie psichiatriche: la prima aveva stabilito che Breivik non era capace di intendere e volere; la seconda, i cui risultati sono comparsi qualche giorno fa, non ha invece trovato tracce di psicosi. Nel primo caso il destino del terrorista sarebbe quello di finire in un manicomio criminale. Nel secondo, il sistema detentivo norvegese prevede una pena massima di 21 anni, allungabile indefinitamente se, secondo i giudici, vi fossero possibilità di reiterazione del reato. In un’aula stracolma, una delle testimonianze più toccanti è stata quella di uno dei sopravvissuti alle stragi, il 28enne Vegard Groeslie Wennesland: “L’ultima volta che l’ho visto dal vivo stava sparando ai miei amici”.

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