Cellule staminali: le incertezze della scienza e il potere della giustizia

Sullo stesso trattamento (cellule staminali sviluppate con il metodo Stamina) cittadini con gli stessi diritti costituzionali si appellano alla giustizia per esigenze differenti

La piccola Celeste è una bambina affetta da atrofia muscolare spinale (SMA) di tipo I, trattata dal suo pediatra, il dott. Marino Andolina, con trapianti di cellule staminali mesenchimali adulte.
Le dichiarazioni del pediatra, alimentate dall’immancabile tempesta mediatica, hanno legittimato l’efficacia di questo trattamento: lui ha scoperto una terapia salvavita, mentre comunità scientifica e istituzioni non credono al miracolo, negano il trattamento ad altri pazienti con la stessa malattia e vogliono condannare a morte la piccola Celeste.
Prendo spunto dal post pubblicato qualche giorno fa sul mio blog, raccolgo l’invito dell’amico Gavino Maciocco: riassumere i fatti, sintetizzare le prove di efficacia e fare qualche considerazione personale.

I fatti

8-9 maggio 2012. I NAS di Torino, coadiuvati da personale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), effettuano un sopralluogo ispettivo presso l’Azienda Ospedaliera (AO) Spedali Civili di Brescia in esecuzione di delega emessa dalla Procura della Repubblica di Torino, firmata dal PM Raffaele Guariniello. L’obiettivo è verificare i dettagli tecnici sulla produzione di cellule staminali e sulla loro somministrazione ad alcuni pazienti trattati presso la struttura ospedaliera.
15 maggio 2012. Il ministro Balduzzi dispone un’indagine amministrativa presso l’AO Spedali Civili di Brescia per verificare il rispetto delle norme sui trattamenti eseguiti con cellule staminali preparati dalla Stamina Foundation. L’AIFA, sentito il Ministro della Salute, decreta con un’ordinanza il blocco di "prelievi, trasporti, manipolazioni, colture, stoccaggi e somministrazioni di cellule umane presso l’AO Spedali Civili di Brescia, in collaborazione con la Stamina Foundation".
7 agosto 2012. Per rimuovere il blocco deciso dall’AIFA i genitori della piccola Celeste presentano un ricorso al giudice del lavoro di Venezia che, tra la prima udienza (21 agosto) e quella di rinvio (28 agosto), dispone un’infusione urgente di staminali, per evitare che le condizioni della piccola possano aggravarsi.
22 agosto 2012. La Procura della Repubblica di Torino chiude le indagini preliminari sulle attività della Stamina Foundation, ipotizzando i reati di somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica: 13 indagati per truffa e associazione a delinquere dopo gli esposti alla magistratura da parte di pazienti che sostengono di aver pagato molte migliaia di euro per ottenere le cure con le staminali sviluppate con il metodo Stamina.
31 agosto 2012. La sentenza del giudice del Tribunale di Venezia dà il consenso a disapplicare l’ordinanza dell’AIFA per proseguire la terapia che la piccola stava seguendo prima che le indagini dei NAS e della Procura di Torino investissero la Stamina Foundation. Secondo le motivazioni del giudice la cura somministrata a Celeste è "da considerarsi cura compassionevole, prevista dal decreto ministeriale Turco del 2006 ripreso poi da Fazio nel 2008″ e "non esiste allo stato attuale alcuna cura sperimentata idonea a far arrestare e regredire tale malattia, o quantomeno a farne rallentare il decorso". Ignorando la posizione delle Istituzioni, un giudice di Catania ordina di riattivare la cura con cellule staminali (stessa terapia) per Smeralda, bambina di 17 mesi in coma dalla nascita per i danni celebrali causati da un’asfissia al momento della nascita (altra malattia)!
31 agosto 2012. Un comunicato stampa del Ministero della Salute e AIFA ribadisce che "Il trattamento eseguito presso l’Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia non soddisfa i requisiti previsti dal Decreto 5 dicembre 2006 relativo ai trattamenti per terapia cellulare su singolo paziente; non è stato eseguito in base ad alcun metodo scientifico documentato; non vi sono inoltre comprovati dati scientifici sulla sua efficacia".
5 settembre 2012. L’ordinanza del TAR di Brescia respinge la richiesta di sospensiva del provvedimento dell’AIFA dello scorso maggio avanzata da tre famiglie e rimanda la sentenza definitiva al 16 gennaio. Il laboratorio attrezzato agli Spedali Civili di Brescia può erogare le cure solo alle due bambine «graziate dai giudici civili». Gli altri malati non sono ammessi a meno che non avvivi un immediato iter civile che dia loro ragione.

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