Calcio. Champions League. Per le italiane è necessario un cambio di marcia

La più importante competizione europea conferma comunque il suo alto livello e la sua incertezza

I Campioni d’Europa in carica del Chelsea sconfitti con poche attenuanti a Donetsk; i vicecampioni del Bayern Monaco che dovranno lottare sino all’ultimo in un girone all’apparenza abbordabilissimo; Barcellona e Manchester United che rimangono a punteggio pieno solo dopo rimonte casalinghe non esattamente contro la creme del calcio europeo; e ancora la sconfitta a domicilio dell’Arsenal, le difficoltà dello Zenit, la caduta del Real Madrid e quella del Manchester City, vicinissimo alla seconda, bruciante eliminazione consecutiva. Una lunga premessa per dire che la Champions League conferma il suo alto livello e la sua imprevedibilità.
Detto questo, concentriamoci sulle nostre due rappresentanti. La Juventus, con sette punti nelle prossime tre partite, di cui due consecutive saranno allo “Juventus Stadium”, sarebbe praticamente certa del passaggio del turno. Il problema, non da poco, sarà farli questi sette punti, se la squadra continuerà a conoscere distrazioni difensive (in Europa anche i Campioni di Danimarca possono colpirti al primo errore), a creare tanto concretizzando poco (se la Juve riuscisse a sfangare la prima fase, un forte aiuto potrebbe venire dal mercato: facciamo uno Llorente a prezzo di saldo?), ma soprattutto a smarrire in Champions il gioco di stampo europeo che le viene riconosciuto tra le mura italiche. Imprescindibile fare bottino pieno nel prossimo turno, per debellare la pareggite europea che dura da troppo tempo ormai, ma più di ogni altra cosa per avere la possibilità di giocarsi il tutto per tutto il 20 novembre contro il Chelsea. Il mancato approdo agli ottavi provocherebbe a mio parere contraccolpi negativi su tutto l’ambiente; in caso contrario, invece, i Campioni d’Italia si troverebbero alla fase successiva forse con un top player, sicuramente con un Conte in più nel motore.
Sul Milan si è ormai detto e scritto di tutto di più. In caso di sconfitta in una delle prossime gare di campionato, non penso che Allegri sarà ancora alla guida della squadra in occasione del prossimo impegno europeo. Al tecnico livornese, come dimostrato ieri sera con l’introduzione in una partita così delicata della difesa a 3, o meglio a 5, il coraggio non manca. Quello che manca è un pò di fortuna, che avrebbe potuto trasformare la sconfitta della “Rosaleda” in un pareggio. Discorso alla Galliani quest’ultimo, cioè fortemente riduttivo e teso a nascondere i reali problemi del Milan. Che sono un organico non all’altezza (difficile competere ad alto livello con, due su tutti, Acerbi e Constant) e non tirando praticamente mai in porta. E non è poco. Il gruppo concede ancora la possibilità di un cambio di marcia. Due condizioni necessarie e indispensabili: Allegri avanti solo con la fiducia del gruppo (che in questo momento sembra ancora avere) e una formazione sensata col poco che in questo momento il tecnico ha a disposizione, che secondo me potrebbe essere così disegnata (4-2-3-1, così Galliani è contento): Abbiati; Abate (Bonera se si vuole bloccare maggiormente la difesa), Zapata, Mexes, De Sciglio; Ambrosini, De Jong; Emanuelson, Montolivo, El Shaarawy; Pato.

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